La decisione del TF riguarda il ricorso presentato da un uomo condannato nel mese di luglio a tre anni e mezzo di detenzione per aver violentato una donna incontrata in un bar nel canton Vallese. Davanti ai giudici di Mon Repos l’imputato ha criticato la condanna infertagli dall’istanza precedente, sostenendo che questa avrebbe dovuto considerare un’attenuante la breve durata della violenza carnale da lui perpetrato.
Nella sentenza del 18 settembre il TF ha fatto chiarezza sulla questione: stando alla Corte la decisione dell’istanza inferiore del settembre 2023 citata dal ricorrente contiene sì una formulazione “isolata e inadeguata”, ma la questione della durata dell’atto compiuto dall’uomo non viene tematizzata.
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Il TF ha ribadito che, in generale, la durata di una violenza carnale non è legata alla gravità del reato e che il concetto di “stupro breve” è insensato, in quanto l’aggressione si realizza fin dai primi momenti dell’atto sessuale.
Dal punto di vista della colpevolezza, proseguono i giudici, la “durata relativamente breve” di uno stupro non può quindi essere considerata una circostanza attenuante. Al contrario, il fatto che la violenza si protragga per un periodo di tempo più lungo può costituire un’aggravante se è indicativa di un livello particolarmente elevato di energia criminale.
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