Berna contraria all’estradizione dell’ex BR Baragiola-Lojacono
Il brigatista Alvaro Lojacono-Baragiola non può essere estradato in Italia, secondo quanto ha affermato il governo svizzero in risposta a una mozione presentata in marzo dal deputato della Lega dei ticinesi Lorenzo Quadri, che chiedeva di consentire la consegna a Stati esteri di cittadini svizzeri condannati per terrorismo.
La mozione di Lorenzo Quadri e la risposta del Consiglio federaleCollegamento esterno
Per il Consiglio federale non è opportuno modificare la legge sull’assistenza internazionale in materia penale (AIMP), anche perché il principio secondo cui gli Stati non estradano i propri cittadini “è sancito nella maggior parte dei sistemi giuridici europei” e il motivo principale risiede nel fatto che “i reati commessi all’estero sottostanno sempre alla sovranità del paese d’origine”.
Le motivazioni del governo
Nel caso Lojacono-Baragiola, precisa l’esecutivo federale, “un procedimento penale è stato avviato in Svizzera nel 1988 su domanda dell’Italia. Lojacono Baragiola è stato condannato nel 1989 a una lunga pena detentiva, in seguito scontata.
Per quanto concerne altri presunti reati risalenti al periodo 1975-80, il procedimento è stato abbandonato per mancanza di prove; anche una sentenza pronunciata in contumacia in Italia nel 1996 non ha potuto essere eseguita, perché riguardava un reato commesso prima dell’entrata in vigore dell’AIMP, il 1° gennaio 1983, e perché la legge non poteva essere applicata retroattivamente”. Proprio per questo motivo “è escluso” che oggi possa verificarsi un caso simile”.
Del resto Berna ritiene che la Svizzera disponga di “sufficienti basi legali per tradurre in giustizia gli svizzeri che hanno commesso un reato all’estero ma che non possono esservi estradati in ragione della cittadinanza”.
Critico Lorenzo Quadri
Disappunto per la decisione del Consiglio federale è stata espressa su dal parlamentare Lorenzo Quadri che su Facebook ha ricordato come nel Belpaese Lojacono abbia “varie condanne da scontare, tra cui un ergastolo. Però rimane a piede libero in quanto latitante in Svizzera dove beneficia pure del pubblico impiego e rilascia interviste, neanche fosse un maître à penser“.
Il nome di Alvaro Lojacono-Baragiola, tra i ricercati dalle autorità italiane, era stato evocato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in occasione della recente cattura di Cesare Battisti.
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