Swissmem: “L’incertezza è veleno, lo vediamo nel portafoglio degli ordini”
Da sinistra a destra: il consigliere federale Guy Parmelin, il ministro del commercio e dell'industria indiano Piyush Goyal e il presidente di Swissmem Martin Hirze.
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La crescente incertezza globale sta avendo un impatto negativo sull'industria elvetica.
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La crescente incertezza globale è veleno per l’industria svizzera: “Sta lasciando segni tangibili nel portafoglio ordini delle nostre aziende”. Lo ha affermato Martin Hirzel, presidente di Swissmem, l’associazione delle imprese metalmeccanica ed elettrotecniche elvetiche.
Il libero scambio è essenziale per l’industria, poiché il settore guadagna un franco su due dalle esportazioni, ha spiegato il dirigente nel corso della giornata annuale dell’industria, evento svoltosi oggi a Berna e che è giunto alla 18esima edizione. “Dobbiamo essere in grado di esportare in tutti i paesi”. L’accordo di libero scambio concluso con l’India, ad esempio, è a suo avviso da considerare un prezioso apriporta.
Per contro i dazi sulle importazioni annunciati dal presidente americano Donald Trump all’inizio di aprile e poi sospesi fino al 9 luglio rappresentano una grande preoccupazione. “Se le minacciate tariffe, in parte spaventose, imposte dagli Usa entreranno effettivamente in vigore, il volume degli scambi commerciali subirà un calo massiccio”, ha messo in guardia Hirzel.
L’incertezza giuridica negli Stati Uniti impedisce a molte aziende industriali elvetiche di investire in tale “mercato importante e in crescita dinamica”. “Ma anche se le regole commerciali statunitensi dovessero essere più sicure, la maggior parte delle imprese Swissmem non vuole investire in America, ma piuttosto in Svizzera”.
Secondo il presidente dell’associazione un motivo importante è la disponibilità di manodopera qualificata nella Confederazione. “Negli Stati Uniti non ce n’è: perché lì non esiste un sistema di formazione professionale”. Nei negoziati con gli Stati Uniti, la competenza della Svizzera in materia di istruzione e formazione professionale e il suo sostegno alla creazione di un tale sistema sono quindi una carta vincente. “Gli Stati Uniti sono in contatto con la Svizzera per imparare da noi”.
“Vogliamo rafforzare le relazioni economiche e trovare soluzioni ai dazi aggiuntivi imposti dagli Stati Uniti”, ha da parte sua sottolineato il consigliere federale Guy Parmelin, pure presente alla manifestazione. Allo stesso tempo il governo intende stabilizzare e sviluppare ulteriormente la via bilaterale con l’Unione europea. “Con il pacchetto di accordi Svizzera-Ue che sarà presto sottoposto a consultazione possiamo garantire alle imprese elvetiche l’accesso a lungo termine al mercato interno dell’Unione europea”, si è detto convinto il politico UDC.
La Svizzera si concentra anche sulla conclusione di nuovi accordi di libero scambio. “Negli ultimi mesi abbiamo concluso i negoziati con Thailandia, Malesia e Kosovo”. Sono state inoltre modernizzate le intese con l’Ucraina e il Cile. Parmelin ha anche descritto come innovativo l’accordo di partenariato commerciale ed economico firmato con l’India nel marzo 2024. “Ci auguriamo che entri in vigore il prossimo autunno, in modo che entrambe le parti possano beneficiare al più presto dei vantaggi del libero scambio”.
“In un contesto turbolento, è ancora più importante offrire alle imprese condizioni quadro economiche il più possibile stabili e attraenti”, ha proseguito il 65enne. La burocrazia non necessaria deve essere ridotta. “La legge federale sullo sgravio delle imprese dai costi della regolamentazione dovrebbe dare un contributo in tal senso”.
Alla giornata dell’industria di Swissmem hanno partecipato circa 1200 personalità del mondo aziendale, politico e scientifico. Fra gli ospiti di spicco hanno figurato anche il ministro indiano del commercio e dell’industria Piyush Goyal e l’ex segretario di stato statunitense Mike Pompeo.
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