#swissme, azzurro, verde e paesaggi mozzafiato
di Alessandra Pepe Moma
Italiani dobbiamo ammetterlo, la Svizzera non la conosciamo affatto bene. Ci limitiamo a conoscerla per le località sciistiche e per gli Outlet in cui fare shopping, ma ci siamo mai soffermati a studiarne le bellezze naturali, le tradizioni storiche? Io lo ammetto, prima del blog tour che il 14 e 15 giugno ha portato me e altri colleghi in giro per Cantoni, ero di un’ignoranza pazzesca, nel senso stretto del termine. Ignoravo.
Ignoravo che potessero esserci paesaggi così belli, con un verde così verde che sembra quello dei cartoni animati (non a caso ho pensato subito ad Heidi, anche se mi hanno detto che l’ambientazione originaria è lontana dalle zone da noi visitate), un azzurro così azzurro che è quello del cielo che cambia in continuazione perché è spezzato da nuvole basse e alte, di quelle che ti fanno venire voglia di scattare foto in continuazione, anche dal finestrino dell’auto.
Prima sosta: San Bernardino, quattro passi e un aperitivo al fresco per respirare un po’ d’aria del Cantone dei Grigioni osservando le acqua calme del fiume Moesa e scattando fotografie proprio all’ingresso di un Parco Avventura. Sospiri di sollievo diffusi perché le previsioni davano un pessimo tempo e invece il sole splende e l’arietta di montagna ci rende sereni e loquaci.
Dopo altri chilometri in auto arriviamo a Davos, siamo qui non solo per pranzare, ma per una “missione segreta” davvero esclusiva, ovvero visitare il set del nuovo film di Sorrentino “La Giovinezza”. Inutile dirvi che il set è blindatissimo, noi non possiamo fare foto né twittare nulla per ragioni di privacy, il regista ci tiene (per carità, comprensibile, ma dite ad un blogger di non twittare e gli darete un colpo al cuore). Io l’Hotel, location delle riprese, l’ho fotografato lo stesso. Da fuori. Perché era bellissimo, e aveva quell’aria di antico che, effettivamente, ti fa venire voglia di girarci un film, o ambientarci un romanzo, o entrambe le cose. Pranzo con una vista panoramica meravigliosa sulle montagne e inizia la promozione del mio hashtag #diconoalcolesterolo. Ovviamente ironico. Perché diciamo che tra burro e condimenti la cucina da queste parti non è leggerissima ecco, però che buona. L’ho detto.
Pomeriggio dedicato alla visita di Monstein, una frazione di Davos, un mondo a sé. Nella normalità si contano circa 300 abitanti, che aumentano durante la stagione turistica (sia quella invernale che quella estiva). Casette in legno e pietra, orticelli privati, campi e prati a perdita d’occhio, una scuola e una birreria artigianale rinomata che serve tutta la zona ed è amatissima dai giovani e dai turisti. Insomma un paradiso terrestre in miniatura, io non lo conoscevo e sono felice di averlo scoperto, perché i posti belli ti fanno subito voglia di tornarci, magari con le persone che ami. Con tutto il rispetto per i colleghi blogger ovviamente.
Ritorno alla macchina e partenza per Flims, qui il nostro hotel AdulaCollegamento esterno ci ha meravigliosamente accolti in un’atmosfera da fiaba. Giusto il tempo di una doccia rilassante prima di dirigerci verso un’altra cena a tema con l’hashtag da me coniato #diconoalcolesterolo. Bündner Stube propone piatti tipici davvero ottimi e ci consente di recuperare le energie prima dell’attesissima partita Italia-Inghilterra che vediamo tutti insieme davanti a un boccale di birra.
Visto le ore piccole la mattina di domenica è stata di libero relax, per poi ritrovarci a pranzo nella splendida cornice dell’Hotel WaldhausCollegamento esterno. Anche qui Sorrentino ha girato alcune scene del film “La Giovinezza”, in particolare nella splendida SPA. La struttura è davvero enorme, all’interno di un grande e curatissimo giardino si affacciano più residenze ognuna con caratteristiche diverse, mentre una grossa zona ristorante è a disposizione di tutti gli ospiti, visitabile anche un piccolo museo che racconta la storia di questo Hotel di antichissima tradizione.
Ultima tappa, ma non ultima per bellezza, è stato il Lago di Cauma. Ci avevano avvisato del suo colore azzurrissimo, ma, insomma, non ti aspetti proprio di trovarti di fronte ad un’isola caraibica nel bel mezzo della Svizzera. Eppure la sensazione è quella. Il particolare colore che va dall’azzurro acquamarina al ceruleo è dovuto alla conformazione minerale del fondo del lago, ovviamente i riflessi del sole amplificano le tonalità per una vista mozzafiato. Ci si arriva comodamente con una sorta di ascensore gratuito a disposizione dei turisti, ma i più sportivi possono tranquillamente seguire un sentiero a piedi. Ovviamente è balneabile, ed è giusto l’aspetto che vorrei approfondire quando ci tornerò. Perché, sì, voglio tornare anche qui.
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