Nonostante le promesse di aiuto del Parlamento, Swiss Steel licenzia.
Keystone / Michael Buholzer
Il gruppo siderurgico Swiss Steel non intende cambiare i suoi piani di riduzione dell'organico, nonostante gli aiuti d'emergenza promessi dal Parlamento al settore.
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Keystone-ATS
Un totale di 130 posti di lavoro saranno tagliati a Emmenbrücke (canton Lucerna) presso Steeltec, un’azienda che fa capo a Swiss Steel. Il gruppo siderurgico, quindi, non cambia i piani di snellimento dell’organico, nonostante il Parlamento abbia promesso degli aiuti al settore siderurgico.
La fase di consultazione è terminata, ha comunicato nella serata di martedì Swiss Steel. Come già annunciato in novembre, nel sito lucernese spariranno 130 degli attuali 750 impieghi.
Il numero di licenziamenti previsti è stato ridotto a un massimo di 50 rispetto agli 80 di cui si era parlato in un primo momento. Le misure saranno attuate nel primo trimestre del 2025.
Swiss Steel ha spiegato che il dialogo costruttivo con il comitato del personale e le parti sociali ha permesso di diminuire gli esuberi necessari. È stata anche discussa la decisione delle Camere federali, presa lo scorso dicembre, di esentare l’industria siderurgica elvetica, in difficoltà, da una parte delle tasse di utilizzo della rete elettrica per quattro anni.
Swiss Steel e Steeltec hanno apprezzato questo impegno, ma ritengono sia troppo presto per un’effettiva valutazione. Lo sgravio concesso dal Parlamento ammonta a 37,4 milioni di franchi, di cui beneficeranno in quattro: oltre a Steeltec, nella lista ci sono pure Stahl Gerlafingen (che ha sede nell’omonimo comune nel canton Soletta) e le fonderie di alluminio vallesane Constellium e Novelis.
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