Lo svizzero morto in prigione in Iran aveva fotografato dei siti militari
Teheran
Keystone-SDA
Il cittadino svizzero morto il 9 gennaio in una prigione iraniana era stato arrestato per aver fotografato un sito militare vietato. L'uomo avrebbe anche "collaborato con Governi ostili". Lo hanno indicato le autorità giudiziarie iraniane.
Questo contenuto è stato pubblicato al
3 minuti
Keystone-ATS
A inizio gennaio l’Iran aveva riferito che un 64enne svizzero, accusato di spionaggio e detenuto nella prigione di Semnan, nel nord-est del Paese, si era suicidato. “È entrato in Iran come turista nel mese di mehr (che nel calendario iraniano corrisponde a un periodo a cavallo di settembre e ottobre, ndr.) attraverso il valico di Dogharoun, al confine con l’Afghanistan, a bordo di un’auto privata dotata di attrezzature varie”, ha affermato oggi il portavoce della giustizia iraniana Asghar Jahangir nella sua conferenza stampa settimanale.
Jahangir non ha rivelato alcuna informazione sull’identità dell’uomo, ma ha specificato che “è nato in Namibia” ed era “di nazionalità svizzera”. “È stato accusato di aver scattato foto di zone militari vietate e di aver collaborato con governi ostili (espressione solitamente riferita agli Stati Uniti, ndr.) e per questo è stato trasferito in prigione”, ha aggiunto.
“Il giorno dell’incidente, dopo aver fatto colazione, fatto registrato dalla videosorveglianza, ha spento la luce nella sua cella in assenza del suo co-detenuto, ha tagliato un pezzo della tenda del bagno e si è impiccato in un angolo che non era visibile dalle telecamere”, ha detto Jahangir.
Stando al portavoce della magistratura, “una delegazione dell’ambasciata svizzera, insieme al loro medico di fiducia, ha confermato il suicidio”. Il corpo è nel frattempo stato trasferito all’ufficio di medicina legale di Teheran e sono state prese le misure legali necessarie per il suo rimpatrio, ha aggiunto Jahangir.
Viveva nell’Africa meridionale
Poco dopo l’annuncio del decesso, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aveva indicato che l’uomo viaggiava in Iran come turista. Non risiedeva in Svizzera da quasi 20 anni e ultimamente viveva nell’Africa meridionale.
Berna aveva chiesto “un’indagine completa” sulle circostanze della morte. Aveva anche domandato alle autorità iraniane di fornire “informazioni dettagliate sui motivi” del suo arresto.
Contattato da Keystone-ATS, il DFAE afferma di essere ancora in attesa dei chiarimenti richiesti. Il dipartimento ha poi confermato che la salma dell’uomo è già rientrata in patria, via un normale volo di linea. Ulteriori informazioni non verranno comunicate in ossequio del principio della protezione dei dati.
Diversi europei e doppi cittadini sono attualmente detenuti in Iran, un Paese che negli ultimi anni ha più volte scambiato prigionieri con i Paesi occidentali, spesso attraverso l’Oman o il Qatar.
Kiev: “La Svizzera è disponibile a ospitare futuri incontri per la pace”
Questo contenuto è stato pubblicato al
“La Svizzera ha confermato di essere pronta a ospitare futuri incontri volti a trovare una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina”. Così ha scritto venerdì su Telegram Andriy Yermak, capo dell'ufficio presidenziale ucraino, riporta l'agenzia italiana Ansa.
“No” del Tribunale federale all’indennizzo degli azionisti di Credit Suisse
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Tribunale federale respinge il ricorso contro la Confederazione presentato da una coppia che aveva acquistato 38'000 azioni del Credit Suisse tra il 10 e il 15 marzo 2023.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Harvard fa causa all'amministrazione Trump per il blocco delle iscrizioni degli studenti stranieri. Nell'azione legale l'ateneo spiega che la decisione dell'amministrazione viola il primo emendamento.
Differenze importanti fra cantoni e regioni nell’apprendimento delle lingue
Questo contenuto è stato pubblicato al
Non tutte le allieve e gli allievi svizzeri raggiungono le competenze di base di comprensione scritta nella lingua di scolarizzazione: la media nazionale è dell'82%, con quote cantonali che variano tra il 69% e l'87%.
Nel 2024 in Svizzera si è lavorato otto minuti in meno per settimana
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nel 2024 gli svizzeri hanno lavorato in media 40 ore e 4 minuti per settimana, cioè otto minuti in meno che l'anno prima. Nello spazio di cinque anni la flessione è stata di 50 minuti, emerge dai dati pubblicati oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST).
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nell'area della frana di Blatten, nella Lötschental in Vallese, stasera è crollata un'altra parte dell'area gravemente instabile sul Kleines Nesthorn. Due terzi del materiale instabile si sono ormai staccati.
Philippe Lazzarini si rammarica che la Svizzera non faccia di più per Gaza
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Commissario generale Unrwa Philippe Lazzarini ritiene "deplorevole" che la Confederazione "non si metta in prima linea" per chiedere l'immediata ripresa degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Come il suo predecessore, anche il nuovo presidente dalla Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), Christophe Darbellay, si è espresso a favore del divieto dei telefoni cellulari nelle scuole.
Obiettivi climatici, alla Svizzera servono molti più impianti solari
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per raggiungere i suoi obiettivi climatici, la Svizzera ha bisogno nettamente più energia da vento e sole. È la conclusione a cui giunge un nuovo rapporto di un consorzio di ricerca elvetico.
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Giornata nazionale sui problemi legati all'alcool, che si tiene oggi, mira a sensibilizzare le persone sulle conseguenze negative della stigmatizzazione sociale per chi ha un consumo problematico di bevande alcooliche.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.