Svizzero morto in Iran: DFAE, “Teheran ha taciuto informazioni”
Keystone-ATS
Le autorità iraniane hanno taciuto alla Svizzera informazioni sul cittadino elvetico morto in una prigione iraniana e l'ambasciata non ha avuto accesso al detenuto.
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Lo ha indicato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a Keystone-ATS, confermando una notizia pubblicata oggi dal SonntagsBlick (SoBli).
Solo il 10 dicembre l’ambasciata è stata informata dell’arresto per sospetto spionaggio, che stando al portale iraniano Nurnews sarebbe avvenuto a fine ottobre, mentre il domenicale parla di novembre. Inoltre, sempre secondo il DFAE, le autorità iraniane hanno fornito informazioni imprecise sull’identità della persona detenuta, tanto che fino al 31 dicembre 2024 non era chiaro che si trattasse effettivamente di un cittadino elvetico. Il 9 gennaio 2025 l’ambasciata è stata poi informata che il 64enne si era tolto la vita in carcere: in quel momento è stato informato il consigliere federale Ignazio Cassis.
A causa delle accuse di spionaggio, Teheran non ha concesso l’accesso consolare richiesto dalla Svizzera. Sebbene ciò sia in linea con la prassi abituale delle autorità iraniane in casi di accuse simili, questo approccio viola la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, sostiene il Dipartimento federale degli affari esteri. Ciò è stato chiaramente comunicato alle autorità iraniane in diverse occasioni, sottolineano i servizi di Berna.
Secondo SoBli non è chiaro se la persona al centro della vicenda “fosse un avventuriero o una spia”. Sul caso sta indagando il Ministero pubblico della Confederazione. Secondo fonti iraniane, l’uomo ha viaggiato dall’Afghanistan all’Iran nell’ottobre 2024. In base alle sue ricerche il SonntagsBlick lo considera un solitario, registrato per l’ultima volta in Svizzera dodici anni or sono, che ha vissuto per un periodo negli Stati Uniti, dal 2019 in Sudafrica e più recentemente in Namibia. Aveva un figlio nella Confederazione, con il quale non aveva contatti.
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