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Svizzera, si muore di più e si nasce di meno

Dal rapporto 2015 dell'Ufficio federale di statistica emerge un'impennata di decessi, specie tra gli ultra 75enni; hanno pesato l'influenza e l'afa estiva

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Nel 2015, in Svizzera si è verificata una forte impennata dei decessi, una progressione del 5% rispetto all’anno precedente. Un dato che si allinea a quelli riscontrati nei paesi limitrofi alla Confederazione e che emerge insieme ad altri interessanti elementi dall’annuale rapporto dell’Ufficio federale di statistica.

In Svizzera si muore di più, si nasce di meno, e si ha sempre meno voglia di sposarsi. Tratteggiato così, il quadro è piuttosto desolante. Su tutti, l’elemento più vistoso è legato all’aumento delle morti.

Sono state 67’300 lo scorso anno, ovvero 3’300 casi in più rispetto al 2014. Mai così tanti (e i morti allora furono 75 mila) dal 1918, anno in cui imperversava la temutissima influenza spagnola.

L’influenza, quella stagionale, ha avuto un suo peso anche all’inizio del 2015, come ha certamente inciso la straordinaria ondata d’afa che ha caratterizzato la scorsa estate. Due fattori che hanno provocato un aumento della mortalità (e il dato record in Svizzera è del Ticino, con +12%) soprattutto fra gli ultra-settantacinquenni. Come dire: l’impennata dei decessi è intrinsecamente legata all’aumento della longevità.

Aumento dunque delle dipartite (tendenza peraltro osservata in tutti i paesi attorno alla Confederazione e ricondotta agli stessi fattori) e diminuzione delle nascite (84’800, 400 meno in meno rispetto al 2014).

Ma l’incremento naturale della popolazione è comunque progredito a oltre 17 mila persone.

L’Ufficio federale di statistica rende noto inoltre che sono nati più maschi che femmine (43 mila a 41 mila) e che c’è stata una flessione generale sia dei matrimoni che delle unioni domestiche registrate (l’istituto riservato alle coppie omosessuali).

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