David Goodall è arrivato lunedì nella Confederazione per usufruire dell'aiuto al suicidio a cui non ha diritto nel suo paese.
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tvsvizzera.it/mar/ats
Mentalmente ancora lucido, senza malattie terminali, ma con una vista ridotta e una qualità di vita calata vistosamente negli ultimi anni, David Goodall ha deciso di fare capo al suicidio assistito.
E per farlo è dovuto volare fino in Svizzera, dove è accompagnato da Eternal Spirit, una delle fondazioni che aiutano le persone che desiderano porre fine alla loro vita.
Prima di decollare per l’Europa, l’uomo si è espresso davanti alle telecamere di una televisione australiana: “Provo profondo rammarico per avere raggiunto questa età. Non sono contento. Voglio morire. Per me non è una cosa triste. È più doloroso invece che questo mi venga impedito. Non vorrei andare in Svizzera, ma visto che il sistema australiano non mi permette di compiere questo passo…”. Goodall ha due lauree in botanica e in filosofia ed è molto conosciuto in patria, essendo il più anziano scienziato ed accademico australiano.
In Australia, il suicidio assistito è stato totalmente vietato fino all’anno scorso, quando lo Stato di Victoria lo ha parzialmente legalizzato. La nuova legge entrerà in vigore però solo nel 2019 e concerne unicamente i pazienti in fase terminale, con una speranza di vita di meno di sei mesi.
Ruedi Habegger, cofondatore di Eternal Spirit e della clinica basilese dove l’ultracentenario ha deciso di morire, ha dal canto suo definito “un’atrocità” il fatto che l’uomo debba venire fino in Svizzera per potere usufruire del suicidio assistito. “Questo anziano dovrebbe potere morire nel suo paese, nel suo letto, come è possibile fare qui”, ha affermato in un’intervista all’Agence France Presse.
La Svizzera è uno dei pochi paesi al mondo in cui il suicidio assistito non è reato, purché a compiere l’ultimo gesto sia il diretto interessato.
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