Quel diritto negato, arrivato solo 50 anni fa
Nonostante la sua tradizione democratica, la Svizzera è stato uno degli ultimi Paesi in Europa ad accordare il diritto di voto e di eleggibilità alle donne.
Già nel 1868, un gruppo di donne nel cantone di Zurigo aveva rivendicato invano tale diritto, tramite una petizione. Altre azioni in tal senso seguirono negli anni seguenti. Sempre senza successo.
Nel sistema di democrazia diretta elvetica, qualsiasi emendamento della Costituzione federale deve essere sottoposta al voto popolare e richiede la doppia maggioranza di sì dei votanti e dei cantoni. Per ottenere il diritto di voto, le donne svizzere hanno dunque dovuto attendere che gli uomini glielo concedessero.
La prima votazione sul suffragio femminile si svolse il 1° febbraio 1959: la proposta fu bocciata dal 67% dei votanti.
Lo stesso giorno, nel cantone di Vaud il suffragio femminile fu invece approvato a livello cantonale e comunale. Poco tempo dopo, il cantone di Neuchâtel e poi quello di Ginevra seguiranno l’esempio.
La battaglia sarà però ancora lunga. Le cittadine svizzere dovranno attendere fino al 7 febbraio 1971, prima di ottenere diritto a livello federale.
In alcuni cantoni, del resto, una ferrea opposizione negherà ancora il suffragio femminile a livello comunale e cantonale. Appenzello Interno sarà l’ultimo ad introdurre il diritto di voto e di eleggibilità per le donne a livello cantonale e comunale e lo farà solo su imposizione della Corte suprema, con una sentenza pronunciata il 26 novembre 1990.
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