Il sistema di voto elettronico della Posta supera il test d’intrusione

Un test di sicurezza condotto dalla Posta ha messo alla prova il sistema di voto elettronico con migliaia di attacchi simulati da hacker etici, senza che nessuno riuscisse a comprometterne l’integrità.
Per quattro settimane hacker etici professionisti hanno cercato di violare il sistema di voto elettronico della Posta. Si sono registrati 142’300 accessi e 8’800 attacchi, ma nessuno è riuscito a violare l’urna digitale.
Lo riporta giovedì la Posta in un comunicato, aggiungendo che un hacker, ricompensato con 500 franchi, è sì riuscito a trovare un errore nel sistema, ma che non ha intaccato la sicurezza generale. Si trattava del blocco di un certificato elettorale dopo cinque tentativi d’accesso falliti, ma l’azienda ha precisato che ciò era voluto.
Secondo il gigante giallo ciò dimostra che “la sicurezza ha la massima priorità nel voto elettronico”, si legge ancora nella nota. Test del genere sono del resto prescritti dalla legge e servono per aumentare la sicurezza e la trasparenza e ad aumentare la fiducia nel voto elettronico.
Per quanto concerne la provenienza degli hacker, il Paese più attivo è risultato essere la Francia (37% delle tentate intrusioni), seguito dagli Stati Uniti (9,4%) e dalla Svizzera (5,8%). In tutto si sono registrate attività da circa 2’600 indirizzi IP, di 54 nazioni diverse.
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