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I sindacati chiedono giornate più brevi per chi lavora nell’edilizia

elmetto da cantiere appoggiato su una recinzione
Keystone-SDA

I lavoratori dell'edilizia hanno bisogno di giornate più brevi. Lunedì i sindacati hanno chiesto un miglioramento delle condizioni di lavoro, attualmente incompatibili con la vita familiare. Manifestazioni sono previste a Zurigo e Losanna il prossimo 17 maggio.

“La vita di famiglia risente delle lunghe giornate lavorative”, hanno affermato UNIA e SYNA in una conferenza stampa a Berna. I due sindacati hanno ricordato come negli ultimi 10 anni la costruzione di abitazioni abbia registrato un boom grazie alla forte domanda e alle condizioni favorevoli dei tassi ipotecari.

Allo stesso tempo, però, il numero di muratori è diminuito, una tendenza che non può essere spiegata solo con l’aumento della produttività, ha dichiarato Chris Kelley, co-responsabile della divisione costruzioni di UNIA.

Le prospettive degli affari per il 2025 sono di nuovo molto buone, anche per il settore delle infrastrutture (strade), dove le commesse pubbliche non si stanno esaurendo. Ne risulta una forte pressione sui lavoratori, che si ripercuote sull’intero settore, hanno messo in evidenza i due sindacati.

“Qualcosa non va”

Di conseguenza, “gli orari di lavoro si allungano e il rischio di incidenti aumenta”. Secondo Simon Constantin, membro della direzione della divisione costruzioni di UNIA, entro la fine del 2040 in Svizzera mancheranno un muratore su tre e un capo-operaio su sei.

“Qualcosa non va nell’edilizia. Il settore sta perdendo il suo appeal. Ci sono più muratori che lasciano la professione che nuovi ingressi, e questo si ripercuote su tutta la filiera. C’è anche una sovrarappresentazione di muratori anziani, oltre alla partenza di molti lavoratori portoghesi che stanno ritornando a casa”, ha proseguito.

“Non è attraente”

Negli ultimi dieci anni, il numero di apprendisti è crollato, per non parlare del fatto che il 10% di loro lascia il settore entro cinque anni dal completamento della formazione. “Già oggi c’è una carenza di migliaia di lavoratori nei cantieri. I lavoratori temporanei e gli apprendisti in particolare sono sotto pressione”, hanno sottolineato SYNA e UNIA.

Per rendere il settore più attraente, i due sindacati chiedono ai datori di lavoro di limitare le giornate lavorative a otto ore, di compensare la pausa mattutina e di pagare interamente le ore di viaggio. Anche il lavoro del sabato deve essere ridotto e i salari devono essere aumentati.

Oggi un lavoratore può stare lontano da casa per 13 o 14 ore, se si tiene conto della giornata lavorativa e dei tempi di viaggio. “L’attuale modello di lavoro non è più adeguato”, ha dichiarato Constantin.

Il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) dell’edilizia principale, che giungerà a scadenza quest’anno, sarà l’occasione per portare avanti queste rivendicazioni. “I lavoratori ci hanno dato il mandato per farlo”, hanno avvertito i sindacati, in vista delle manifestazioni previste a Losanna e Zurigo il 17 maggio.

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