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La sicurezza dell’approvvigionamento energetico è una priorità per Rösti

Il consigliere federale Albert Rösti.
Il consigliere federale Albert Rösti. Keystone-SDA

Il ministro dell'energia elvetico Albert Rösti ha dichiarato che la sicurezza dell'approvvigionamento energetico svizzero è insoddisfacente a causa della lentezza nello sviluppo delle energie rinnovabili, proponendo misure per accelerare i progetti e non escludendo l'energia nucleare, pur riconoscendo le controversie legate a tali proposte.

La sicurezza dell’approvvigionamento energetico è un obiettivo strategico per la Svizzera. Ma per raggiungerlo non basterà la semplice attuazione di una legge federale. Lo ha indicato il ministro dell’energia Albert Rösti in un incontro con i media sul Moléson, nel canton Friburgo.

Nonostante la chiara accettazione da parte del popolo della legge sull’elettricità nel giugno 2024, il consigliere federale ritiene che la situazione in questo settore sia “insoddisfacente”.

“Con la votazione popolare del 2017 per l’uscita graduale dall’energia nucleare, la Svizzera ha deciso di produrre ulteriore energia da fonti rinnovabili, quali acqua, eolico e solare”, ha dichiarato il ministro all’agenzia Keystone-ATS dalla cima del Moléson, situata a 2002 metri di altitudine.

Tuttavia, le energie rinnovabili – centrali idroelettriche, impianti solari alpini e parchi eolici – stanno procedendo “troppo lentamente”, a suo avviso. “Praticamente tutti questi impianti sono bloccati”, ha dichiarato ai media il responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC). In Svizzera ci sono troppo pochi impianti che producono corrente elettrica in inverno, ha aggiunto.

Da qui l’importanza, per il ministro dell’energia, del progetto di legge per accelerare le procedure. Tra le altre cose, esso abbrevierà le procedure di autorizzazione e di ricorso per i grandi impianti e semplificherà il processo di pianificazione per l’estensione della rete elettrica. Per questi due aspetti, la palla è ora nelle mani del Parlamento.

Il progetto è tuttavia controverso. Gli ambienti di sinistra e i Verdi minacciano di lanciare un referendum. In particolare, criticano i tagli previsti al diritto di ricorso delle associazioni per un totale di 16 progetti idroelettrici.

Controprogetto a “Stop al blackout”

Secondo Rösti, il controprogetto all’iniziativa popolare “Energia elettrica in ogni tempo per tutti (Stop al blackout)”, presentato da un’alleanza borghese composta da Unione democratica di centro (UDC), Partito liberale radicale (PLR) e Centro, è un elemento importante per garantire un approvvigionamento energetico sicuro. Un messaggio del Consiglio federale sull’iniziativa e sul controprogetto è atteso dopo la pausa estiva.

“Spero che venga eliminato il divieto di utilizzo dell’energia atomica dalla legge federale sull’energia nucleare”, ha dichiarato ancora il ministro democentrista. Naturalmente, resta da vedere se nei prossimi 10-20 anni saranno necessarie nuove centrali nucleari in Svizzera. Ma, ha aggiunto Rösti, “avremo bisogno di tutte le tecnologie per fornire al Paese elettricità sufficiente”, compresa quella atomica.

Il Bernese ha inoltre formulato altri due obiettivi strategici per il suo dipartimento: da un lato, un “equilibrio ottimale” nella protezione della biodiversità, definendo la sicurezza alimentare, le misure di adattamento ai cambiamenti climatici e la “conservazione della biodiversità attraverso la decarbonizzazione” quali pietre miliari a questo proposito.

Dall’altro lato, il capo del DATEC punta a uno “sviluppo ottimale delle infrastrutture” in tutta la Svizzera, soprattutto in vista del progetto “Trasporti 45”, che dovrebbe sviluppare le infrastrutture di trasporto entro il 2045.

Calore nelle città come rischio maggiore

Rösti ha inoltre dichiarato ai media che è interessante notare come uno studio pubblicato di recente dall’Ufficio federale dell’ambiente abbia dimostrato che il rischio maggiore rappresentato dai cambiamenti climatici in futuro non saranno eventi come le frane, ma il calore nelle città. Ciò dimostra che tutte le aree della Svizzera che non si trovano in una zona rossa possono continuare a essere abitate.

Riferendosi a disastri naturali come la frana di Blatten nella Lötschental (VS), il consigliere federale ha affermato che “le misure di adattamento diventeranno molto importanti in futuro, soprattutto nelle regioni montane”. Tuttavia, il ministro dell’ambiente rimane scettico sull’esistenza di un fondo o di una base giuridica per gli aiuti in caso di catastrofi naturali in Svizzera.

“Con la legge sulla sistemazione dei corsi d’acqua e la legge federale sulle foreste abbiamo gli strumenti necessari per fornire aiuti alle regioni colpite. Lo abbiamo appena visto in Mesolcina”, ha rilevato Rösti a Keystone-ATS. Con un fondo, secondo il ministro UDC, vi sarà il problema che “i soldi dovrebbero essere collocati da qualche parte, anziché essere utilizzati immediatamente altrove”.

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