Cresce lo scetticismo degli svizzeri nei confronti dell’UE
Meno di un terzo della popolazione svizzera è favorevole a un avvicinamento politico con l'Unione Europea. Una grande maggioranza auspica però una collaborazione più stretta in campo economico, secondo Sicurezza 2017, uno studio del Politecnico di Zurigo.
In quell’anno, il 70% delle persone interpellate si erano espressi a favore di un avvicinamento politico con l’UE. Nel 2017, questa percentuale è al 31%, in calo rispetto al 2016 (36%) e al 2015 (39%). I partigiani di un’adesione all’Unione rappresentano solo il 15% dell’elettorato svizzero. L’81% vuole però una collaborazione economica più intensa.
Inoltre, la maggioranza spinge per un più forte impegno elvetico in seno all’ONU, un maggiore aiuto allo sviluppo o una Svizzera più attiva nelle conferenze internazionali.
D’altro canto, la percentuale di chi vuole un paese il più indipendente possibile e non vede l’ONU di buon occhio è passata dal 32 al 37%. Solo il 19% si dichiara a favore di un’adesione alla NATO.
Gli autori del sondaggio indicano come ragione del crescente scetticismo verso l’Europa le tensioni dell’UE con la Russia e di Berlino con Ankara, Brexit e la crisi dei rifugiati.
Ottimismo per la Svizzera
Se gli svizzeri sono pessimisti riguardo al destino dell’UE, non lo sono per quel che riguarda il proprio paese. L’82% ha infatti una percezione ottimista del futuro della Confederazione, il 7% in più dell’anno precedente.
Di pari passo il sentimento generale di sicurezza è migliorato, passando dal 86% al 93%, ma non negli spazi pubblici, dove è invece diminuito. Una persona su cinque infatti non si sentirebbe sicura. Il 90% degli interpellati vuole che la lotta al terrorismo e all’estremismo politico debba essere rinforzata.
Neutralità armata indifendibile
La neutralità è sostenuta dalla popolazione elvetica quasi all’unanimità. Secondo la maggioranza, è legata all’identità del paese e permette di svolgere un importante ruolo di mediatore nei conflitti. Tuttavia, gli svizzeri ritengono che al giorno d’oggi non si possa più difendere la credibilità di una neutralità armata.
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