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Direttore dell’AIEA: il nucleare in Svizzera ha un “ottimo futuro”

Centrale nucleare di Beznau in Svizzera
Secondo il capo dell'AIEA Rafael Grossi, la vita operativa delle centrali nucleari svizzere deve essere prolungata. © Keystone / Michael Buholzer

Il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), Rafael Grossi, ha previsto un "ottimo futuro" per l'energia nucleare in Svizzera.

In un’intervista al quotidiano romando Le Temps a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos, il direttore dell’AIEA Rafael Grossi ha dichiarato di non prevedere una fine immediata dell’energia nucleare in Svizzera. “Credo che continuerete a sfruttare le vostre centrali per diversi anni”. “Il parco nucleare svizzero è impeccabile, con un livello di sicurezza da record”, ha detto il dirigente argentino al giornale romando in edicola venerdì. 

Visto che, però, in Svizzera la costruzione di nuovi impianti è vietata, bisognerà prolungare la durata di vita dei reattori esistenti se si vorrà ancora utilizzare questa fonte energetica: “Si tratta di uno dei modi più efficaci per continuare a trarre vantaggi dal nucleare”, ha affermato Grossi.

+ L’energia nucleare è pronta a tornare in auge?

Dopo anni di disinteresse – la Germania ha abbandonato il nucleare l’anno scorso – l’atomo è tornato chiaramente a essere visto come una soluzione per il futuro, ha fatto notare il sudamericano. La Francia, ad esempio, sta pensando di costruire otto nuove centrali entro il 2050. “A dicembre i Paesi partecipanti alla COP28 hanno riconosciuto che il nucleare fa parte delle opzioni per combattere la crisi climatica e hanno raccomandato un’accelerazione del suo impiego”. Senza di esso, una transizione energetica è “assolutamente impossibile”, ha riassunto il capo dell’organo con sede a Vienna.

Grossi chiede quindi un “ritorno al realismo”, ignorando le critiche soprattutto sulla questione delle scorie. “In 70 anni non abbiamo mai riscontrato il minimo problema con i rifiuti”, ha sottolineato, precisando che “servono semplicemente siti di stoccaggio a lungo termine”.

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Kai Reusser / swissinfo.ch


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