Morto Hans Saner, “il filosofo che si faceva capire”
ll filosofo e pubblicista svizzero Hans Saner è deceduto all'età di 83 anni dopo lunga malattia, indicano sabato i necrologi pubblicati stampa della Svizzera tedesca, dove era particolarmente conosciuto anche per la sua schiettezza e le sue prese di posizione politiche.
Saner nasce nel 1934 a Grosshöchstetten, nel Canton Berna. Negli anni ’50 studia a Basilea filosofia, psicologia e germanistica. Si laurea con una tesi sul filosofo tedesco Immanuel Kant.
Dal 1962 al 1969 è assistente personale del filosofo tedesco Karl Jaspers. Residente a Basilea, Saner scrive numerosi saggi e libri. Tra i suoi volumi figura “Nascita e fantasia. La naturale dissidenza del bambino”.
Nel corso degli anni ha assunto posizioni pubbliche su temi quali il suicidio assistito, l’aborto, il multiculturalismo o la crisi finanziaria. Nel 2016 si era schierato a favore dell’iniziativa sul reddito di base incondizionato, poi bocciata dal popolo elvetico.
Nel 1968 ha ricevuto il premio Hermann Hesse e, nel 2004, il premio della cultura della città di Soletta. L’Università di San Gallo gli ha pure conferito un dottorato honoris causa nel 2006.
Definito dalla stampa svizzerotedesca come “il filosofo che si faceva capire”, l’ambito di Saner non era l’astratto, ma il legame delle domande esistenziali con la vita concreta di tutti i giorni.
“Tutti possono fare della filosofia”, diceva, “l’unica differenza di chiunque con i filosofi di formazione è che questi ultimi sono più arroganti”.
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