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L’allarme degli ospedali, penuria di posti in cure intense

Un malato di Covid-19 in un reparto di cure intense.
Keystone / Gaetan Bally

I letti nelle unità di terapie intense stanno divenendo rari, il personale di cura è giunto ai suoi limiti e da ottobre sono stati rinviati oltre 4'000 interventi chirurgici.

A lanciare l’allarme sull’evoluzione dell’epidemia di Covid-19 sono i cinque ospedali universitari svizzeri in una lettera inviata al ministro della sanità Alain Berset secondo il quale bisogna prendere “molto sul serio” i timori espressi dagli operatori del settore.

I nosocomi elvetici, che chiedono misure più severe di quelle attualmente in vigore, sono infatti preoccupati per un’eventuale nuova ondata di contagi dopo Natale che secondo loro porterebbe inevitabilmente al collasso del sistema.

Il servizio del TG:

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Se la diffusione della malattia non rallenterà il governo federale annuncerà nuove misure venerdì “ma dichiarare nuovamente la situazione straordinaria non servirà a nulla”, ha spiegato alla Radiotelevisione svizzera RTS Alain Berset, secondo il quale “abbiamo tutti i mezzi per agire nel quadro attuale e bisogna farlo d’intesa con i Cantoni”.

In proposito, ha aggiunto, “abbiamo adottato misure venerdì” e il Consiglio federale adegua costantemente la sua strategia in funzione dell’andamento della pandemia.

Berna ritiene di non aver perso il controllo ma la situazione è “sufficientemente seria da dover stare molto attenti nei prossimi giorni”, ha sottolineato il ministro friburghese, che ha confermato l’inizio della campagna di vaccinazioni in gennaio.

“Non siamo in una situazione in cui abbiamo perso il controllo, ma in una situazione sufficientemente seria da dover stare molto attenti nei prossimi giorni”, ha aggiunto il ministro friburghese. Ma “non bisogna attendersi subito un miracolo dai vaccini”, poiché ci vorrà del tempo e “dovremo uscire da quest’inverno con le nostre proprie forze”.

Come è noto infatti servono due dosi per la maggior parte di farmaci immunizzanti contro il virus Sars-cov2 in fase di autorizzazione in queste settimane da parte di Swissmedic (e Ema). “E non si potrà vaccinare migliaia di persone fin dai primi giorni”.

tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 14.12.2020)

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