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San Gottardo, apertura della seconda canna nel 2030 e budget rispettato

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I lavori procedono secondo i piani, nonostante i contrattempi. Keystone-SDA

Secondo il Consiglio federale, i problemi geologici riscontrati sul versante ticinese del secondo traforo del Gottardo non pregiudicheranno l'apertura nel 2030 né il budget, in quanto il progetto include riserve pianificate proprio per gestire simili imprevisti.

I contrattempi di carattere geologico alla seconda canna del traforo autostradale del san Gottardo – lato Ticino – non dovrebbero pregiudicare l’apertura del collegamento nel 2030. Parola del Consiglio federale che, rispondendo a interpellanze dei ticinesi Lorenzo Quadri e Simone Gianini, ha fatto sapere che non si dovrebbe verificare un superamento del budget previsto (2,14 miliardi di franchi, n.d.r).

A parere del Governo, il calendario dei lavori prevede riserve appositamente programmate per incognite di questo tipo, che sono sempre da mettere in conto per la costruzione di gallerie.

Attualmente, per recuperare il tempo perduto, sono al vaglio misure per contenere il più possibile le ripercussioni sulla tabella di marcia, ad esempio organizzando il lavoro su tre turni, sette giorni su sette, anticipando alcuni interventi o avanzando per un tratto più lungo dal versante nord.

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A parere dell’Esecutivo, il rischio geologico era noto ed è stato ponderato, anche se non ci si aspettava un evento di tale portata. Per quanto attiene ad eventuali indennizzi, evocati da Quadri, una volta stabilita l’entità e le cause reali, verranno chiarite le eventuali responsabilità e valutati i possibili provvedimenti.

Esplosivo invece della fresa

Il 7 luglio scorso, l’Ufficio federale delle strade (USTRA) aveva comunicato che i lavori per la seconda canna sarebbero stati più difficili e più costosi sul lato sud. Per motivi geologici, invece di utilizzare la fresa meccanica, si deve infatti ricorrere all’esplosivo. Sempre secondo l’USTRA, ciò avrebbe fatto lievitare i costi di 15-20 milioni di franchi (rispondendo a Gianini, il governo sostiene che il budget prevede riserve appositamente programmate per incognite di questo tipo e che quindi potrà essere rispettato).

Lo scavo della seconda canna è in corso da febbraio di quest’anno. Mentre la fresa sul lato nord procede secondo i piani, quella sul lato sud ha dovuto essere fermata il 23 giugno dopo circa 190 metri. Un ammasso roccioso parzialmente instabile, caratterizzato da fratture e cavità, ha reso la perforazione meccanica molto difficile e impegnativa per i successivi 500 metri circa. Secondo l’USTRA, i lavori di scavo con il brillamento dureranno circa sei-otto mesi.

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