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Ritiro di Biden: i giornali svizzeri salutano una decisione “inevitabile”

joe biden
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sale a bordo del Marine One nel febbraio 2023. KEYSTONE

Meglio tardi che mai – ma la decisione di domenica del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca è arrivata troppo tardi, secondo i media svizzeri.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso di abbandonare la corsa per un secondo mandato alla Casa Bianca. L’annuncio, già atteso, è arrivato con una lettera pubblicata su X domenica 21 luglio. “Salvare il ‘soldato Joe’, sempre più spaesato, affaticato, confuso e irritato dal ‘tradimento’ dei suoi, era diventato letteralmente impossibile”, si legge in un commento sul quotidiano ticinese laRegione.

“Pensionamento e Kamala Harris, what else?”, si chiede la Tribune de Genève, alludendo alla battuta di una campagna pubblicitaria di una nota marca di caffè in capsule con l’attore e finanziatore democratico George Clooney, che dieci giorni fa ha chiesto all’81enne Biden di farsi da parte.

“Le pressioni erano troppo forti – da parte del suo campo, della stampa e del mondo dello spettacolo” perché Biden mantenesse la sua candidatura alle elezioni presidenziali di novembre, scrive il giornale in un editoriale. “Dopo un primo dibattito disastroso, in cui l’ottuagenario sembrava spesso smarrito, e una quarantena dovuta al Covid, Joe Biden era con la corda al collo”.

A questo si è aggiunto il “miracolo della Pennsylvania” che lo ha “spiazzato”: il 13 luglio, nel bel mezzo di un comizio elettorale, un proiettile ha “sfiorato la testa” del suo avversario repubblicano, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ferendolo a un orecchio. Biden, si legge nel giornale, “non era altro che un vecchio debole di fronte a un eroe senza età. Destino crudele per un presidente che conclude il suo mandato con un bilancio economico che farebbe invidia a molti dei suoi predecessori”.

Anche se i suoi risultati economici sono buoni, è “incomprensibile” che Biden non abbia capito prima che doveva farsi da parte, dicono gli editoriali del gruppo CH Media. Biden “semplicemente non riusciva a lasciare andare. Il fatto che alla fine l’abbia fatto forse non è tanto perché vuole ‘il meglio per il Paese’ – se fosse così l’avrebbe fatto prima – ma piuttosto per salvare la propria eredità e reputazione”, si legge.

L’Aargauer Zeitung sottolinea che “il marchio di fabbrica di Biden, nel corso della sua carriera, è stato quello di aver sempre trovato una via d’uscita da situazioni disperate”. Non questa volta. “La politica è brutale. Non si tratta di lealtà, ma solo di una cosa: vincere. Perché solo la vittoria porta al potere. I democratici hanno perso la convinzione che Trump possa essere battuto con Biden. […] Questa paura ha mobilitato forze enormi. Tuttavia, alcuni membri del Congresso temevano semplicemente per i propri seggi in caso di ‘onda rossa’, un’avanzata repubblicana”.

La maledizione dei vecchi

Tuttavia, questo ritiro tardivo mette il Partito democratico in una posizione scomoda, analizza il quotidiano zurighese Tages-Anzeiger. “Invece di costruire una successione che avrebbe garantito la sua eredità e la sua memoria, [Biden] ha soffocato il dibattito durante le primarie per assicurarsi un nuovo mandato. […] Ora lascia i democratici nella difficile situazione di lanciare una nuova candidatura a meno di quattro mesi dalle elezioni presidenziali”.

Nel suo editoriale, intitolato “Gli Stati Uniti possono ora scrollarsi di dosso la maledizione dei vecchi”, il Tages-Anzeiger ritiene che la decisione di Biden dia ai democratici la possibilità di battere Trump, “ma sarà dura”.

“Sì, il tempo è poco per i democratici”, riconosce la Tribune de Genève, ma con la vicepresidente Kamala Harris “non c’è bisogno di cercare in lungo e in largo per trovare una candidata”. “Non che sia necessariamente l’ideale: non sappiamo molto delle capacità di Kamala Harris, poiché le è stato lasciato poco spazio per farsi valere. […] Ma solo lei ha il sostegno, sia finanziario (è l’unica che può ereditare il patrimonio dei donatori) che politico”.

Biden ha dato il suo sostegno alla vicepresidente Kamala Harris e altri importanti democratici si sono subito mossi per sostenere la sua candidatura.
Biden ha dato il suo sostegno alla vicepresidente Kamala Harris e altri importanti democratici si sono subito mossi per sostenere la sua candidatura. KEYSTONE

Inoltre, “ora è Trump a essere il vecchio”. L’ex procuratrice generale della California ha 59 anni, contro i 78 del miliardario repubblicano. “Di fronte a un avversaria giovane e multiculturale, che avrà la libertà di essere più esplicita su alcuni valori (aborto, giustizia razziale, democrazia), il repubblicano non potrà più puntare sulle ‘capacità cognitive dell’uomo che occupa lo Studio Ovale'”.

Buone notizie per l’elettorato

Analogamente, la Neue Zürcher Zeitung (NZZ) ritiene che la Harris possa offrire al popolo americano il cambiamento generazionale che desidera. “Soprattutto se sostenuta da un uomo ancora più giovane, moderato e bianco, come il Governatore della Pennsylvania Josh Shapiro, potrebbe fare appello a un’ampia fetta di elettorato”. Forse non sarà la candidata più forte, ma potrebbe essere sufficiente per battere Trump, secondo la NZZ.

Tuttavia, La Liberté avverte che una candidatura di Kamala Harris “potrebbe allargare il divario tra queste due Americhe che si odiano”.

“Il suo probabile duello con l’uomo d’affari miliardario è un’allegoria degli Stati Uniti di oggi. Donna, afroamericana, progressista, dovrà vedersela con un demagogo maschilista e conservatore, campione di atteggiamenti ripiegati su sé stessi”, si legge.

In ogni caso, il ritiro “inevitabile” di Biden potrebbe scatenare accese discussioni tra i Democratici, prevede il Blick. “La domanda è chi è responsabile del fatto che il partito abbia approvato Biden come candidato in primo luogo, e perché nessuno sia riuscito a convincerlo, anche prima delle primarie, a passare la mano alla sua vicepresidente”.

La decisione di Biden è quindi, in ultima analisi, un bene per la democrazia? Sì, conclude la NZZ. “Se il campo democratico riuscirà a presentare un candidato valido entro un periodo di tempo ragionevole, le carte saranno rimescolate in questa campagna elettorale. Un mese fa, sembrava che due arci-nemici invecchiati si sarebbero nuovamente affrontati. Ora i democratici devono involontariamente cercare un’alternativa. Questa è una notizia particolarmente positiva per le giovani generazioni statunitensi che si recheranno alle urne”.

Comunque vada, Biden è un presidente che passerà alla storia, si legge sul Corriere del Ticino. “Il pacchetto di misure da 1’900 miliardi di dollari per rilanciare il Paese dopo l’emergenza sanitaria, i grandi cantieri per aeroporti e nuove strade, la sua ostinazione nel difendere l’Ucraina da Vladimir Putin ‘costi quel che costi’. Un’eredità che il presidente lascerà al Paese e, nell’immediato, a Kamala Harris. Nel bene come nel male”.

Tradotto con l’aiuto di Deepl/Zz. Revisione e adattamento di Si

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