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Riconoscimento giuridico alla lingua dei segni

Una donna traduce nella lingua dei segni il dibattito in aula.
Lilian Signer mentre traduce il dibattito in corso nell'aula del Consiglio nazionale sulla lingua dei segni. © Keystone / Alessandro Della Valle

Dopo una lunga lotta e un lungo iter parlamentare, la lingua dei segni dovrebbe essere riconosciuta giuridicamente mediante una norma da hoc. È quanto prevede una mozione adottata mercoledì dal Consiglio nazionale per 134 voti a 32 per il riconoscimento e la promozione delle tre lingue dei segni utilizzate in Svizzera.

L’obiettivo dell’atto parlamentare è di fornire pari opportunità alle persone sorde o con difficoltà uditive, in particolare nei settori dell’accesso all’informazione, alla comunicazione, alla partecipazione politica, ai servizi, all’istruzione, al lavoro, alla cultura e alla salute.

“Questo riconoscimento è un segnale importante per la comunità”, ha dichiarato il Consigliere federale Alain Berset. Le lingue dei segni sono equivalenti alla lingua parlata, ha affermato a nome della commissione Anna Giacometti (PLR/GR). Tuttavia, c’è ancora troppa discriminazione, ha spiegato la deputata grigione.

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Per la Federazione svizzera dei sordi (FSS) l’elaborazione di una legge federale sulla lingua dei segni è l’unico modo per darle uno statuto ufficiale e promuovere i diritti dei sordi. Una tale legge permetterebbe di proporre tutta una serie di misure che coprono in modo centralizzato le aree fondamentali della vita quotidiana come il diritto all’informazione, alla comunicazione, al lavoro, alla salute, all’istruzione o alla cultura.

La mozione passa ora all’alta camera, il Consiglio degli Stati.

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