Riciclaggio batterie: Glencore vuole realizzare un megaimpianto in Sardegna
Tra telefoni, auto e migliaia di altri oggetti, le batterie sono oggi onnipresenti. Si pone il problema del loro riciclaggio.
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A Portovesme potrebbe sorgere il più importante stabilimento in Europa per il riciclaggio di litio, nichel e cobalto. All'origine del progetto vi sono la multinazionale svizzera Glencore e la società canadese Ly-Cycle.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
L’impianto dovrebbe avere una capacità di lavorazione tra le 50’000 e le 70’000 tonnellate all’anno, equivalenti a 36 GWh di batterie agli ioni di litio, indica in un comunicatoCollegamento esterno l’azienda elvetica con sede a Baar, nel Canton Zugo.
Lo studio di fattibilità definitivo inizierà a metà del 2023 e la tempistica sarà accelerata grazie al riutilizzo di parte degli impianti di Glencore già esistenti a Portovesme. Il completamento delle analisi è previsto per la metà del 2024: a quel punto sarà presa una decisione finale sull’investimento, che dovrebbe portare la struttura a entrare in funzione tra la fine del 2026 e l’inizio del 2027.
“Questo progetto, unito alla nostra attuale presenza nella fornitura di materie prime e nel recupero dei metalli delle batterie rafforza la nostra ambizione di diventare il partner di riferimento in materia di economia circolare per l’industria europea delle batterie e dei veicoli elettrici”, afferma Kunal Sinha, responsabile globale della divisione riciclaggio di Glencore, citato nella nota. “Ciò rappresenta inoltre un passo significativo nella nostra collaborazione con Li-Cycle, un partner privilegiato nel settore del recupero delle batterie agli ioni di litio”.
Il complesso metallurgico di Portovesme, situato un’ottantina di chilometri da Cagliari, sulla sponda occidentale dell’isola, esiste dalla fine degli anni ’20 e “dispone di importanti infrastrutture, tra cui l’accesso a un porto, le attrezzature di lavorazione e una forza di lavoro con esperienza”, precisa la multinazionale elvetica.
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