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Resta concorrenziale la pressione fiscale in Svizzera

Mazzo di banconote svizzere.
Le imposte sui redditi elevati sono state ridotte in due terzi dei cantoni nel 2024. KEYSTONE/© KEYSTONE / GAETAN BALLY

L'aliquota sugli utili aziendali è stabile al 14,6% ma sono rilevanti i divari tra i cantoni. Limate quest'anno anche le imposte sui redditi più elevati in buona parte della Confederazione.

La Svizzera, grazie alla sua burocrazia snella e alla tassazione ridotta, continua a essere un Paese concorrenziale che attira le imprese internazionali.

Gli ultimi dati diffusi dalla società di revisione e consulenza KPMG confermano questo quadro, nonostante le novità riguardanti la tassazione minima delle multinazionali decisa a livello globale dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), cui ha aderito anche Berna.

Le imposte sugli utili delle imprese sono rimaste sostanzialmente invariate quest’anno a livello generale, con un’aliquota media del 14,6%, ma rimangono importanti differenze regionali (tra le quali spicca il Canton Zugo che applica un indice dell’11,85%).

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Variazioni in sei cantoni

In definitiva, evidenzia lo studio della società di consulenza, solo otto cantoni hanno adeguato gli indici fiscali. Tra di essi sono stati Argovia (-1,2 punti percentuali) e Berna (-0,5 punti percentuali) ad aver effettuato i tagli maggiori, mentre Sciaffusa (+1,3 punti percentuali) e Ginevra (+0,7 punti percentuali) hanno inasprito maggiormente la pressione fiscale.


+ La Svizzera, un paradiso fiscale in cerca di redenzione

La Svizzera centrale continua ad avere, come da tradizione, le aliquote fiscali più interessanti del Paese, a partire da Zugo (11,85%), Nidvaldo (11,97%) e Lucerna (12,09%). Per contro Berna (20,54%), Zurigo (19,65%) e Ticino (19,16%) applicano le percentuali più alte (i Grigioni si situano in una situazione intermedia con un indice pari al 14,77%).

Proiettate nel quadro internazionale queste cifre evidenziano il fatto che alcuni cantoni applicano un’aliquota fiscale inferiore a quella estremamente competitiva dell’Irlanda (12,5%), che restano però superiori a quelle di alcuni veri “paradisi fiscali” come Guernsey (0%), Ungheria (9,0%) e Bulgaria (10,0%).

Impatto relativo della tassa minima per le multinazionali

A scompaginare parzialmente questo scenario c’è l’evoluzione recente a livello mondiale: più di 140 Stati, tra cui la Confederazione, si sono impegnati nell’ottobre 2021 a imporre un’imposta di almeno il 15% sui profitti delle multinazionali con un fatturato oltre i 750 milioni di euro (circa 740 milioni di franchi).

+ Luce verde alla nuova tassazione delle multinazionali

Questo significa in concreto che se le società non raggiungono l’imposizione minima concordata a livello internazionale, l’importo mancante viene riscosso mediante un’imposta supplementare sotto forma di tassa federale. In proposito un anno fa il popolo svizzero ha approvato un emendamento costituzionale che ha confermato l’introduzione della nuova tassa minima.

Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha precisato in merito che sono interessate da questa misura alcune centinaia di aziende elvetiche e alcune migliaia di gruppi stranieri.

Colpite solo l’1% delle società

Questo significa che circa il 99% delle società con sede in Svizzera non sarà direttamente toccato dalla riforma e continuerà a essere tassato come avviene oggi.

In ogni caso, sottolinea KPMG, a livello mondiale si sta affermando la tendenza a concedere crediti d’imposta e sussidi in seguito all’entrata in vigore della tassazione minima globale e anche Berna sta riflettendo su questa eventualità.

“Per i cantoni con un’aliquota fiscale effettiva inferiore al 15% ha senso attuare progetti specifici in tal senso”, afferma l’analista della società di revisione Stefan Kuhn.

Persone fisiche agevolate dal fisco

La ricerca mette in risalto anche l’evoluzione favorevole, dal profilo tributario, per le persone fisiche. Molte cittadine e cittadini facoltosi nella Confederazione potranno infatti attendersi una riduzione dell’onere fiscale.

Circa due terzi dei cantoni hanno ridotto le percentuali fiscali per le e i contribuenti benestanti e i redditi più alti saranno tassati al 32,73% invece che al 33,45%.

Svitto, che ha alleggerito la sua aliquota di 2,39 punti percentuali, è ora in cima alla classifica dei cantoni con le fatture fiscali più basse, con il 22,59%. Seguono Zugo (22,67%) e Nidvaldo (24,30%). In fondo alla graduatoria si trovano Ginevra, Vaud, Berna e Basilea Campagna, con tassi leggermente superiori al 40%. Il Ticino è al 37,64%, mentre i Grigioni si attestano al 30,20%.

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