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Conflitti tra medici al Kinderspital di Zurigo

Una stanza del Kinderspital in un'immagine d'archivio. © Keystone / Gaetan Bally

Un chirurgo assistente licenziato lo scorso gennaio dall'ospedale pediatrico di Zurigo ha iniziato uno sciopero della fame per vedere riabilitata la propria reputazione. Il medico accusa tre ex colleghi di diffamazione e lesioni: sostiene di essere stato ferito più volte alle mani con bisturi e aghi.

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 aprile 2019
tvsvizzera.it/ri con RSI (News e TG del 18.04.2019)

Il reparto di cardiochirurgia del Kinderspital, uno dei più rinomati in Europa, negli ultimi mesi è investito dalle polemiche. A novembre dello scorso anno, il capoclinica del reparto aveva lasciato l'istituto all'improvviso, per ragioni che l'ospedale non vuole rendere note.

A rendere pubbliche le attuali accuse nei confronti dei tre medici è il quotidiano zurighese Tages-Anzeiger.

Il licenziamento

Il chirurgo assistente, un cittadino tedesco di 42 anni, è stato licenziato a gennaio lo stesso giorno in cui è rientrato al lavoro dopo una lunga assenza per motivi di salute.

"La malattia non ha nulla a che vedere con il suo licenziamento", dichiara il segretario generale dell'ospedale Urs Rüegg. "Nella lettera che gli abbiamo scritto ci sono le ragioni, tra le quali il rendimento insufficiente".

Gli "incidenti"

A colpire, però, è l'affermazione dell'uomo di essere stato ripetutamente ferito alle mani con bisturi e aghi dal capo chirurgo, durante gli interventi. Un testimone, ex-tecnico di sala operatoria dell'ospedale intervistato dal TGLink esterno della RSI [video sotto], conferma un clima intimidatorio

La direzione dell'ospedale contesta con forza l'attendibilità delle accuse, specie quelle legate ai presunti ferimenti. 

"Gli incidenti capitano" dice Rüegg, "ma non ci è stato confermato da nessuno che lui venisse ferito ogni giorno come afferma, e inoltre non l'ha mai denunciato prima".

Contenuto esterno

Il chirurgo licenziato lavorava a stretto contatto con l'ex capoclinica di chirurgia cardiaca che aveva lasciato il Kinderspital a novembre. Da allora, sostiene di aver subito episodi di mobbing e maltrattamenti da parte del responsabile ad interim del reparto.

"Non si può negare", dice il segretario generale del Kinderspital, "che la riorganizzazione interna del reparto di cardiochirurgia sta suscitando qualche discussione, insicurezza tra i collaboratori, ma non certo lotte di potere o situazioni inaccettabili". 

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