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Svizzera seconda nella transizione energetica

Svezia prima, Svizzera seconda e Norvegia terza. Ecco il podio relativo alla transizione energetica. L’Italia si piazza ventinovesima. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 marzo 2019 - 21:06
tvsvizzera.ir/fra con RSI
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La classifica è stata redatta dal Forum economico mondialeLink esterno tenendo presenti 40 criteri di valutazione. La Svizzera guadagna un rango e si piazza seconda superando la Norvegia. Rimane invece al vertice in quella per gli investimenti nell'efficienza energetica. 

Nell'ambito della transizione energetica, la Confederazione è ancora dietro alla Svezia, ma ha superato la Norvegia, seguita da Finlandia e Danimarca. Come già nel rapporto pubblicato un anno fa, i primi dieci paesi della classifica sono europei.


Transizione energetica 

Passaggio dall'utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili. Fa parte della più estesa transizione verso economie sostenibili attraverso l'uso di energie rinnovabili, l'adozione di tecniche di risparmio energetico e di sviluppo sostenibile.

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Criteri e classifica

In materia di dispositivi energetici nazionali la Svizzera rimane terza e quanto a preparazione alla transizione quarta. Oltre agli investimenti nell'efficienza, è prima in diversi altri segmenti, in particolare per tasso di elettrificazione e quota di sovvenzioni energetiche rispetto al Prodotto interno lordo (PIL). Ma anche per l'uso di combustibili solidi e la qualità delle sue istituzioni, delle infrastrutture dei trasporti e dell'educazione. E ancora, per la disponibilità di tecnologie, la quota più bassa di elettricità proveniente dal carbone nonché di riserve di combustibili fossili.

Progressi generali modesti

In generale, il rapporto rileva che il progresso mondiale verso la sostenibilità ambientale è modesto e ha addirittura rallentato. I costi energetici sono aumentati e la sostenibilità si è ridotta, mentre l'accesso all'energia è migliorato. A non beneficiarne è meno di un miliardo di persone.

In particolare, il rapporto invita a una diversificazione economica in settori che consumano meno energia e a una collaborazione tra paesi sviluppati e in via di sviluppo per il trasferimento delle tecnologie. Chiede inoltre energie più sostenibili attraverso investimenti in nuove tecnologie e uno sforzo congiunto dei vari settori interessati.

  

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