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Esportazioni d’armi facili, la polemica investe Berna

Caccia assemblati alla Ruag ad Emmen (Lucerna)
Keystone

L'esportazione di armi, uno dei settori di punta dell'industria svizzera, è al centro del dibattito politico in questi giorni.

A fare discutere è l’intenzione del governo federale di consentire la vendita, finora esclusa, di materiale bellico a paesi coinvolti in teatri di guerra. Gli oppositori a questo nuovo orientamento si sono subito fatti sentire.

Ma ad essere contestate sono anche le vigenti procedure, dopo la diffusione da parte della Radiotelevisione nazionale in lingua tedesca (Srf) di un rapporto confidenziale del Controllo federale delle finanze assai critico nei confronti della Segreteria di Stato dell’economia.

In particolare, viene censurato il conflitto latente in seno alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco), l’organo della Confederazione competente per le questioni economiche, che da un lato promuove l’attività delle imprese elvetiche e dall’altro è chiamato ad autorizzare, a determinate condizioni, le esportazioni di armi. La Seco insomma favorisce l’economia nazionale ma nel contempo deve essere garante dei diritti umani e della neutralità elvetica, ruoli diversi difficilmente conciliabili tra loro.

In proposito il Controllo delle finanze sottolinea come la regolamentazione in vigore concernente la vendita all’estero di materiale bellico sia interpretata in modo favorevole all’economia e che possa essere facilmente aggirata. Inoltre, i servizi della Seco, si legge ancora nel documento riservato, mancano di una sufficiente “distanza critica” nei confronti delle imprese controllate e dei loro lobbisti.

Da parte sua la Seco, che ha definito “politico ed arbitrario” quel rapporto, si è limitata ad osservare che ha sempre rispettato le norme di legge e autorizzato correttamente la vendita di armi, come rilevato dallo stesso Controllo federale.

Ma sta aumentando la schiera dei favorevoli a una nuova e più trasparente prassi in materia. Nella prossima settimana alle Camere federali a Berna sono attese iniziative parlamentari su questo tema.

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