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Quando a ricevere note basse è chi si occupa di valutare le università

Molti studenti esaminano attentamente le classifiche universitarie quando decidono dove studiare
Molti studenti esaminano attentamente le classifiche universitarie quando decidono dove studiare KEYSTONE/© KEYSTONE / GAETAN BALLY


Per chi studia o si occupa di ricerca e ambisce a farlo a livello internazionale, le classifiche delle università forniscono un'indicazione di dove poterlo fare. Quindi cosa c'è dietro all'asserzione dell'Università di Zurigo per cui il periodico Times Higher Education (THE) non vale la carta su cui viene stampato?

L’Università di Zurigo si aggiunge a una lista, sempre più grande, di pesi massimi dell’istruzione globale che bocciano chi si occupa di valutare le università. E, dopo aver deciso di ritirarsi dalla classifica universitaria pubblicata dalla rivista specializzata Times Higher Education (THE), in cui si era classificato ottantesimo, l’ateneo zurighese sta anche “considerando se continuare con altre classifiche internazionali”, come QS, Shanghai e US News e World Report.

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Un problema che affrontano le università – così come gli studenti e i ricercatori che devono scegliere quale frequentare – è che ogni classifica si basa su criteri diversi, che vanno dai risultati della ricerca, al numero di articoli accademici, alla qualità dell’insegnamento e al numero di premi Nobel e altri riconoscimenti.

Questo spiega perché le classifiche delle singole università possono variare notevolmente sulle diverse piattaforme che conducono le valutazioni.

La piattaforma universityrankings.chCollegamento esterno, gestita dalla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione, mette in guardia dal fatto che le classifiche gestite dalle aziende mediatiche favoriscono il taglio polemico della competizione.

Classifiche messe in discussione in tutto il mondo

“Favoriscono risultati chiari sotto forma di graduatorie, in cui vincitori e vinti si sfidano in un ‘gioco delle classifiche’ un po’ drammatico, anche a costo di un’eccessiva semplificazione o pseudo-accuratezza. Le grandi oscillazioni nelle classifiche possono persino favorire questa drammaticità”, si legge sul sito.

“Possono non rappresentare un problema per il successo economico della rivista editrice, ma possono benissimo causare grossi problemi alle università coinvolte”.

L’Università di Zurigo non è certo l’unica a voltare le spalle al consolidato sistema di classifiche, la cui importanza è cresciuta da quando l’indice di Shanghai è apparso per la prima volta nel 2003.

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Nel settembre dello scorso anno, è stata l’Università di Utrecht a rinunciare alla classifica di THE, affermando che “gli autori utilizzano dati e metodi molto discutibili”.

L’anno scorso, le organizzazioni di rappresentanza degli studenti e delle studentesse hanno invitato le università a boicottare le valutazioni “intrinsecamente di parte”.

Le università cinesi di Nanjing, Renmin e Lanzhou si sono ritirate dalle classifiche internazionali nel 2022, ritenendole troppo focalizzate sugli standard occidentali, come riporta il quotidiano China Daily.

Sempre nel 2022, Yale, Harvard e Berkeley sono state tra le decine di istituti di legge e medicina a denunciare l’US News and World Report.

Una lunga lista di reclami

L’elenco delle critiche contro le varie classifiche è lungo, e spazia da una metodologia errata, all’elitarismo, all’incapacità di riflettere i valori sociali delle università e persino all’ipotesi che siano stati accettati pagamenti per assicurarsi una posizione elevata nella graduatoria.

L’Associazione delle università europee dedica un’intera sezione del suo sito web al problema delle classifiche. Un collaboratore scrive che gli incentivi finanziari per ottenere un punteggio elevato “portano alcune istituzioni a cercare qualsiasi mezzo – legittimo o illegittimo – per scalare le posizioni”.

Ciò porta a chiedersi cosa si possa fare per risolvere il problema.

THE ha dichiarato di “deplorare” la recente decisione dell’Università di Zurigo, ma di essere aperto a un ulteriore dialogo e a un dibattito globale sulle classifiche. THE ha aggiunto che la valutazione dell’Università di Zurigo sulla sua metodologia di classificazione è “basata su un fraintendimento fondamentale” di come viene compilata. THE nega di dare priorità alla quantità della ricerca rispetto alla qualità.

Secondo universityrankings.ch, non tutti i sistemi di classificazione sono uguali. Oltre alle classifiche gestite commercialmente, che raccolgono i titoli della stampa mondiale, alcuni Paesi presentano valutazioni più affidabili, compilate da enti educativi.

L’Università di Zurigo è uno dei circa 600 istituti di livello mondiale che hanno aderito alla “Coalition for Advancing Research Assessment”, un’iniziativa istituita da Science Europe, dall’Associazione delle università europee e da altre organizzazioni.

Quest’iniziativa ha definito una tabella di marcia per una valutazione equa del lavoro delle università che “riconosca i diversi risultati, le pratiche e le attività che massimizzano la qualità e l’impatto della ricerca”.

Le graduatorie non sono tutto

Anche il Politecnico federale di Losanna (EPFL) ritiene che l’attuale sistema di classificazione delle università abbia dei limiti.

“Consideriamo le varie classifiche come un interessante ‘sguardo esterno’ sulle nostre attività”, fa sapere l’istituto in una presa di posizione. “Possono darci un’indicazione su alcuni parametri e aiutarci a confrontarci con altre scuole”.

“Tuttavia, poiché alcune di queste graduatorie non rivelano con precisione la loro metodologia, non ci concentriamo molto sulle loro conclusioni generali. Ciò significa che non hanno alcuna influenza sulla nostra strategia o sulle nostre scelte di gestione”.

L’Università di Zurigo consiglia a studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici di non limitarsi a scrutare le classifiche per scegliere dove andare.

“Raccomandiamo a tutti i futuri studenti e le future studentesse di confrontare i contenuti e la struttura dei programmi di studio. A chi è interessato alla ricerca e alle potenziali istituzioni partner di informarsi sui programmi di ricerca, sulla cultura accademica e sulle condizioni di lavoro. Questo è molto più importante di qualsiasi classifica”, si legge.

L’università ha aggiunto che “non prevede alcun impatto negativo” sulla sua attrattiva dopo la sua decisione di smettere di collaborare con la classifica di THE.

A cura di Mark Livingston/ts

Traduzione di Marjia Miladinovic

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