Gli apprendisti cui vengono assegnate mansioni diversificate e che vengono incoraggiati a trovare soluzioni in modo autonomo hanno più possibilità di terminare la loro formazione.
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Keystone-ATS
Stando a uno studio della Scuola universitaria federale per la formazione professionale (SUFFP), ottimizzando la qualità della formazione in azienda, si potrebbe evitare circa il 10% degli insuccessi al termine del tirocinio.
I risultati della ricerca costituiscono una delle prime dimostrazioni empiriche del legame tra qualità della formazione e l’esito positivo del percorso professionale, precisa una nota odierna della SUFFP, secondo cui i ricercatori, nell’ambito di un progetto del Fondo nazionale, hanno esaminato i dati di 3’700 aziende e di 10 mila persone in formazione.
Processi formativi validi riducono gli insuccessi agli esami e gli scioglimenti di contratti di tirocinio che portano a un percorso formativo meno impegnativo o all’interruzione prolungata della formazione.
Dalla consultazione condotta fra le aziende su sette aspetti dei rispettivi processi formativi rilevanti ai fini della qualità della formazione, due fattori si sono rivelati particolarmente importanti: fra le ditte che assegnano ai propri apprendisti compiti più diversificati e che li incoraggiano a trovare soluzioni in autonomia, la quota degli insuccessi risulta inferiore del 10% circa.
Oltre a ciò, le aziende in cui ai responsabili della formazione viene concesso più tempo per la trasmissione delle conoscenze e per lo sviluppo di piani formativi propri (che arricchiscono quello nazionale), vantano processi formativi qualitativamente superiori alla media. Ciò vale anche per le aziende formatrici che affidano alle proprie persone in formazione incarichi impegnativi e con finalità produttiva piuttosto che semplici o esclusivamente con finalità di esercitazione.
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