Peggiorano sensibilmente le prospettive d'impiego in Svizzera: lo segnala l'indicatore dell'occupazione calcolato dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF), sceso ai minimi da quattro anni a questa parte.
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Keystone-ATS
Nel secondo trimestre di quest’anno l’indicatore dell’occupazione si è attestato a 2,6 punti, in flessione di 2,1 punti rispetto al periodo gennaio-marzo, emerge dalle tabelle pubblicate lunedì dal KOF. Per ritrovare un livello così basso bisogna risalire all’inizio del 2021, quando il paese era ancora alle prese con le conseguenze della pandemia. Il livello più alto dall’inizio delle misurazioni (cioè dal 1992) era stato registrato nel secondo trimestre 2022, con 16,7 punti: da allora sono stati registrati valori in costante calo.
“Gli anni del boom del mercato del lavoro svizzero sembrano per il momento essere finiti”, riassumo gli esperti del KOF. Il calo dell’indicatore è attribuibile a entrambe le sottocomponenti: le aziende interrogate valutano meno positivamente rispetto al trimestre precedente sia l’attuale numero di dipendenti che le prospettive occupazionali per i prossimi tre mesi. Se il primo aspetto rimane complessivamente positivo, le prospettive occupazionali scendono in territorio negativo, ovvero sono più numerose le realtà che intendono ridurre il proprio organico rispetto a quelle che prevedono di ampliarlo.
L’indicatore si basa sulle risposte di 4’500 società interpellate nel mese di aprile e presenta un quadro che varia peraltro notevolmente a seconda del settore economico. Le aspettative sono più negative nel commercio all’ingrosso, nell’industria manifatturiera – l’indicatore settoriale è a -13,2 punti, negativo dalla metà del 2023 – e nelle banche. Anche la maggioranza delle ditte attive nei rami del commercio al dettaglio nonché del settore alberghiero e della ristorazione punta a ridurre la propria forza lavoro. Negli altri comparti invece, in particolare in quello delle assicurazioni, delle costruzioni e degli altri servizi, il numero di aziende che prevedono di assumere continua a superare quelle che vogliono operare in modo contrario.
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