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Procura federale, preoccupano terrorismo e cybercriminalità

Il procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler.
Il procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler. KEYSTONE/© KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE

Il procuratore generale Stefan Blättler prevede un ulteriore incremento del numero di procedimenti per terrorismo e cybercriminalità e chiede alla politica che le autorità giudiziarie vengano dotate di "strumenti al passo con i tempi".

A fine 2023 presso il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) erano pendenti 500 inchieste, il numero più alto da diversi anni, e uno dei fronti più caldi per gli inquirenti svizzeri resta il terrorismo, secondo quanto emerge dal rapportoCollegamento esterno d’attività pubblicato giovedì.

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L’anno scorso la Procura federale ha avviato 21 nuove inchieste, circa il 50% in più rispetto ai 12 mesi precedenti. In totale alla fine dell’anno erano pendenti 121 casi per attività sovversive, il dato maggiore dal 2016.

A preoccupare è il fatto che le persone sospettate sono sempre più giovani, in parte minorenni, una circostanza che complica l’attività d’inchiesta e il perseguimento delle persone sospettate. In questi casi, ha spiegato Stefan Blättler in conferenza stampa a Berna, “interviene la giustizia minorile, con la responsabilità che diventa delle procure minorili cantonali che non sono specializzate in terrorismo”.

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Anche i crimini informatici creano sempre più lavoro. “Nei prossimi anni mi aspetto un forte aumento di casi”, ha detto il procuratore generale, alla luce del fatto che già nel 2023 i nuovi procedimenti sono raddoppiati rispetto all’anno precedente.

Chieste nuove risorse alla politica

Oltre all’evoluzione del quadro esterno, la Procura federale è confrontata anche con un problema di risorse e mezzi che condizionano l’efficacia della sua azione.

Il lavoro delle autorità giudiziarie, ha detto Blättler, dipende anche dalla disponibilità di un numero sufficiente di inquirenti: “Non si hanno mai abbastanza mezzi, e questo vale per qualunque tipo di indagine”.

Sulla questione delle risorse il procuratore generale ha sottolineato di essere in stretto contatto con il Parlamento, che è l’istituzione preposta alla valutazione sull’idoneità dei mezzi a disposizione delle autorità di perseguimento penale. Ovviamente – ha evidenziato – “più personale manca e più i casi rimangono pendenti”.

Il problema dei reati minori

Una soluzione che viene avanzata è quella di sgravare il MPC dai casi più piccoli. “Se a Poschiavo viene fatto esplodere un Robidog (cestino per escrementi canini, ndr) è, certo, deplorevole, ma non è a Berna che bisogna occuparsene”, ha osservato Blättler, secondo il quale riforme di questo tipo sarebbero auspicabili e facilmente attuabili.

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Anche nel 2023 il Ministero pubblico della Confederazione, ha rivendicato l’inquirente federale, “ha dato il suo contributo al funzionamento dello Stato di diritto, lo posso affermare con certezza”.

Per il futuro, però, a suo giudizio, è indispensabile che le autorità di perseguimento penale, a fronte di una maggiore complessità di procedimenti e condizioni quadro, vengano dotate di “strumenti legislativi al passo coi tempi”.

In prospettiva poi è destinata ad acquisire sempre maggiore rilevanza l’analisi finanziaria forense, “una sorta di polizia finanziaria”, che potrebbe portare nuovi strumenti nelle indagini in settori emergenti come le criptovalute.

Critiche al contrasto del terrorismo

Riguardo al fenomeno terroristico, che costituisce una fetta importante dell’attività della Preocura federale, va sottolineato che l’anno scorso l’autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (AV-MPC) aveva espresso critiche all’attività degli inquirenti. In particolare erano state evidenziate lacune nella collaborazione tra organi federali e cantonali in relazione alle aggressioni di matrice jihadista avvenute a Morges (Vaud) e Lugano (Ticino).

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Opratutto nel primo caso, che era costato la vita a un cittadino portoghese, era stata contestata la mancata reazione della Procura federale – nel 2020, quando era in carica l’ex procuratore generale Michael Lauber – che aveva autorizzato la scarcerazione del futuro omicida nonostante le violazioni contro le misure restrittive e le segnalazioni di attività jihadiste da parte delle autorità vodesi.

Infiltrazioni mafiose

Un altro fronte di competenza del Ministero pubblico della Confederazione è costituito dal contrasto delle organizzazioni criminali di stampo mafioso. Negli ultimi anni, sulla Procura federale sono piovute critiche in merito a una presunta passività in questo ambito, agendo quasi esclusivamente sulla base di rogatorie italiane.

Altri sviluppi

Durante l’era di Lauber il tema delle infiltrazioni mafiose nell’economia svizzera non sembrava essere una priorità ma con il suo successore Stefan Blättler la musica sembra cambiare. L’inquirente nidvaldese ha espresso infatti l’intenzione di mettere questa tematica in cima alla sua agenda e il suo primo viaggio all’estero ha avuto per destinazione l’Italia. Lo scopo: coordinare le indagini con i colleghi italiani.

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