Potenziamenti stradali prioritari in Ticino, mentre la ferrovia resta in secondo piano

La perizia "Trasporti ’45" del Politecnico federale di Zurigo prevede per il Ticino, tra il 2025 e il 2045, interventi ferroviari limitati e progetti stradali prioritari, in un contesto di risorse insufficienti che, secondo il consigliere federale Albert Rösti, richiederà scelte politiche condivise e una pianificazione globale dei trasporti.
Nel periodo 2025-2045, gli interventi ferroviari previsti in Ticino si limitano alla stazione di Locarno. Diversa la situazione per la rete stradale e autostradale, dove sono necessari importanti adeguamenti.
È quanto emerge dalla perizia del Politecnico federale di Zurigo, presentata giovedì a Berna. Tra le opere considerate prioritarie entro il 2045 figurano il collegamento A2-A13 tra Bellinzona e Locarno e l’ampliamento dell’A2 nel tratto tra Lugano e Mendrisio.
Complessivamente, per realizzare i 500 progetti esaminati – riguardanti strade, ferrovie e agglomerati – servirebbero quasi 113 miliardi di franchi. Una cifra ben superiore ai fondi attualmente previsti dal Dipartimento federale dei trasporti (DATEC), che ha fissato un tetto di spesa pari a 9 miliardi per le strade nazionali, 14 (secondo i decreti vigenti) o 24 miliardi (con risorse supplementari) per le ferrovie, e 7,5 miliardi per gli agglomerati.
Tenendo conto delle risorse disponibili, la perizia ha individuato una selezione di progetti sostenibili dal punto di vista finanziario, per un volume di investimenti compreso tra 27,7 e 37,7 miliardi di franchi. La maggior parte di questi fondi è destinata alle aree del Lago Lemano, delle Alpi occidentali, della Svizzera nord-occidentale, dell’area metropolitana di Zurigo, del Lago di Costanza e delle Alpi orientali, oltre alle zone di Berna e della Svizzera centrale. Il Ticino, classificato come zona meridionale, riceverebbe 2,3 miliardi, pari al 6% del totale.
Ferrovie: interventi limitati
A sud delle Alpi, la realizzazione di Alptransit ha già portato significativi miglioramenti, in particolare grazie al collegamento diretto tra Lugano e Locarno attraverso la galleria di base del Ceneri. Tuttavia, la prosecuzione del progetto oltre Lugano non è inclusa nelle pianificazioni attuali, e si presume che l’infrastruttura esistente rimarrà in funzione per diversi decenni.
Gli unici interventi ferroviari da valutare riguardano la stazione di Locarno, con la costruzione di un marciapiede supplementare, considerata una priorità.
Strade: priorità al collegamento A2-A13
Sul fronte stradale, la perizia evidenzia come i problemi di capacità della rete autostradale influenzino negativamente tutti i tipi di trasporto e la funzionalità degli agglomerati. Di conseguenza, l’attenzione si concentra sulla rete autostradale.
Il collegamento Bellinzona-Locarno (A2-A13), pur richiedendo investimenti consistenti, è ritenuto vantaggioso e prioritario: risolve problemi di capacità, riduce la congestione degli insediamenti, migliora la sicurezza e affronta una criticità strutturale. Le condizioni per l’attraversamento del Piano di Magadino sono già state chiarite, e ulteriori analisi non porterebbero a soluzioni migliori.
Anche l’ampliamento dell’A2 tra Lugano Sud e Mendrisio è considerato strategico. Integrato con la strada cantonale e il traffico lento, il progetto aumenterebbe la capacità complessiva, riorganizzando il tracciato e migliorando la mobilità locale. La sua realizzazione è proposta entro il 2045.
Agglomerati: progetti approvati
Tra i progetti d’agglomerato approvati figurano:
- Viabilità Basso Malcantone (variante Gallerie di Magliaso e Pura, possibile priorità dopo il 2045),
- Agglobus Lugano Centro–Pian Scairolo (prioritario nel periodo 2025-2045),
- Ampliamento della rete pedonale e ciclabile nel Locarnese (anch’esso prioritario).
La perizia valuta positivamente gli investimenti per migliorare le infrastrutture dedicate agli autobus.
Decisioni politiche e finanziamento
Lo studio “Trasporti 2045”, firmato dai professori Ulrich Weidmann e Michael Nold, costituisce una solida base di discussione, ma le decisioni finali spetteranno alla politica, ha sottolineato il consigliere federale Albert Rösti. Il documento, costato 150 mila franchi e frutto di nove mesi di lavoro, non influenzerà i progetti già in corso.
Entro fine gennaio 2026, il DATEC dovrà presentare al Consiglio federale i progetti da includere nelle prossime fasi di ampliamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie, nonché nel programma Traffico d’agglomerato (quinta generazione).
Per finanziare l’ampliamento ferroviario, sarà necessario prevedere entrate supplementari, ha spiegato Rösti, citando come esempio il prolungamento dell’aumento dell’aliquota IVA dello 0,1% entrato in vigore nel gennaio 2024.
Qualunque misura venga adottata, il finanziamento dovrà rispettare il freno all’indebitamento e le misure di sgravio 27. Per le strade e gli agglomerati, si prevede il mantenimento delle attuali condizioni quadro.
Secondo Rösti, con 10 miliardi supplementari per la ferrovia si potrebbero realizzare molti più progetti. Con soli 14 miliardi, invece, sarebbe necessario operare scelte molto restrittive.
Verso una pianificazione globale
La consultazione pubblica dovrebbe iniziare a metà 2026. Il consigliere federale ha ribadito l’importanza di coinvolgere tutti gli attori interessati: amministrazione federale, associazioni di categoria, cantoni e regioni, in particolare quelle escluse dalle priorità indicate nella perizia.
Il progetto da sottoporre a consultazione comprenderà le fasi di ampliamento per strade e ferrovie, oltre ai contributi per il programma Traffico d’agglomerato. L’obiettivo è una pianificazione integrata che tenga conto di tutti i vettori di trasporto. È previsto anche un referendum separato sui decreti federali relativi al potenziamento delle infrastrutture.
In apertura della conferenza stampa, Rösti ha ricordato che la perizia è stata elaborata in risposta alla bocciatura popolare di diversi progetti infrastrutturali, in particolare autostradali, e all’aumento dei costi per quelli ferroviari (+14 miliardi di franchi).

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