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Un’unità di crisi contro gli atti violenti a scuola

Due pugnali, una pistola e altre armi mostrate sullo schermo di un telefonino
Immagini di armi o violenza sul telefonino: un segnale da prendere seriamente. RSI-SWI

L'omicidio di un docente nel 1999 e le minacce di morte pronunciate ogni anno in ambito scolastico hanno spinto San Gallo a creare un'unità di crisi specializzata. Il TG della Radiotelevisione svizzera RSI ne ha intervistato la direttrice.

Un video, mostra il caso di un allievo di una scuola professionale che sul telefonino aveva foto di armi, riferimenti ad assassinii e autoritratti in tuta mimetica. È una delle situazioni delicate che hanno richiesto l’intervento della speciale unità.

Composto da psichiatri, operatori sociali, giuristi e docenti, il Gruppo d’intervento in caso di crisi in ambito scolasticoCollegamento esterno ha già trattato con successo 40 episodi.

Sostegno immediato a docenti e istituti

“Nei casi dove la polizia non può ancora intervenire si crea un vuoto”, spiega la direttrice Esther Luder Müller. “Affinché i giovani che non sono sulla buona strada non cadano fuori dalla rete, il nostro gruppo si inserisce e lavorare, sulla base di segnalazioni volontarie”.

La polizia interviene di solito solo in casi di reale emergenza, simili a quello registrato di recente alla Scuola cantonale di commercio di Bellinzona.

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“In situazioni di crisi, gli operatori della scuola devono ricevere sostegno, velocemente e in modo non complicato. Si tratta di tranquillizzare, e minimizzare i rischi. Facciamo una nostra prima valutazione, poi lavoriamo in rete con la polizia e la magistratura che possono poi optare per ulteriori misure”.

Un lavoro svolto in modo discreto, rinunciando a una comunicazione attiva, per evitare l’emulazione.

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