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Pressione statunitense su Berna per l’accordo doganale

foglio con intenstazione della casa bianca e scrtitta a penna No retaliation on trade
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Gli Stati Uniti hanno fissato alla Svizzera la scadenza del 31 marzo per trasformare la dichiarazione d'intenti sulla riduzione dei dazi in un accordo vincolante, minacciando di riconsiderare le tariffe agevolate in caso di ritardo.

Dopo la dichiarazione d’intenti comune di Berna e Washington sulla riduzione dei dazi doganali americani sui beni elvetici, gli Stati Uniti aumentano la pressione sulla Svizzera. L’accordo doganale dovrà essere negoziato in modo giuridicamente vincolante entro il 31 marzo. Se tale termine non dovesse essere rispettato, la Casa Bianca intende “riesaminare e riconsiderare, se necessario”, la prevista riduzione delle tariffe punitive.

È quanto riportato in un documento approvato dal rappresentante statunitense per il commercio Jamieson Greer pubblicato sul Federal Register, l’omologo statunitense del Foglio federale in Svizzera. Il documento non è ancora in vigore, ma già accessibile al pubblico. L’informazione è stata riportata giovedì dai giornali dell’editore CH Media.

La pubblicazione indica che gli Stati Uniti prevedono di negoziare un accordo doganale giuridicamente vincolante con la Svizzera entro il 31 marzo 2026. La riduzione retroattiva dal 39% al 15% dei dazi sui beni elvetici importati negli USA è effettuata “a condizione e nella speranza” che la dichiarazione d’intenti del 14 novembre venga rapidamente trasformata in un accordo bilaterale.

Il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha indicato a Keystone-ATS che i negoziati mostreranno se tale data potrà essere rispettata. “L’obiettivo è una conclusione nel primo trimestre del 2026, come indicato nella dichiarazione congiunta”.

In quest’ultima si afferma che i partecipanti intendono “avviare immediatamente i negoziati sull’accordo, al fine di compiere progressi significativi entro il primo trimestre del 2026, fatti salvi i rispettivi procedimenti interni, e di concludere l’accordo se possibile”.

Rimborso dei dazi punitivi

Nel documento di giovedì, il rappresentante per il commercio annuncia inoltre che gli importatori possono richiedere all’autorità doganale statunitense il rimborso dei dazi punitivi eccessivi pagati nelle ultime quasi cinque settimane. Secondo la notizia diffusa dai giornali di CH Media, l’importo ammonterebbe ad alcune centinaia di milioni di franchi. Il DEFR non dispone di stime più precise, ha riferito a Keystone-ATS.

Rahul Sahgal, direttore della Camera di commercio svizzero–americana, ha indicato alla stessa agenzia di stampa che gli esportatori elvetici chiederanno il rimborso dei dazi punitivi eccessivi. Non è stato in grado di precisare di che importo si tratti, poiché non è stata condotta alcuna statistica in merito.

Nel frattempo la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) – lunedì – e quella omologa del Consiglio degli Stati (CPE-S) – l’altro ieri – hanno approvato il mandato negoziale tra Svizzera e Stati Uniti in vista di un accordo giuridicamente vincolante.

Il Consiglio federale aveva adottato il mandato all’inizio del mese. Oltre alle commissioni parlamentari vengono consultati anche i Cantoni. L’accordo mira a disciplinare in modo giuridicamente vincolante le relazioni economiche e commerciali con gli Stati Uniti e quindi anche i dazi ridotti già ottenuti.

Circa due settimane fa è stato reso noto che i dazi statunitensi sulle importazioni svizzere sono stati ridotti dal 39 al 15% con effetto retroattivo al 14 novembre. Le associazioni economiche hanno reagito con sollievo, mentre la sinistra è stata decisamente più prudente.

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