Sono entrate in vigore ieri le nuove norme che agevolano l’espulsione degli stranieri condannati per reati gravi (omicidio e lesioni gravi, reati sessuali e contro il patrimonio gravi). La legge, che dà seguito all’iniziativa UDC (destra) accettata in votazione popolare nel novembre del 2010, non comporterà l’automatico rimpatrio di coloro che si macchieranno di violazione al codice penale.
Nel caso che i tribunali ritengano di applicare la cosiddetta clausola di rigore non vi sarà l’allontanamento del cittadino straniero. Questo tipo di valutazione deve tenere conto della situazione personale del reo, così come degli interessi pubblico e privato che in tal senso possono portare alla rinuncia dell’espulsione.
Pur essendo una fattispecie eccezionale i margini interpretativi si preannunciano ampi. Per questo motivo i procuratori pubblici svizzeri hanno chiesto una giurisprudenza univoca e chiara da parte delle varie corti cantonali e un’interpretazione restrittiva delle norme.
Va sottolineato che in febbraio il popolo aveva respinto una seconda iniziativa dell’UDC che di fatto scavalcava la competenza dei giudici su questa materia, rendendo automatica e senza eccezioni la procedura di espulsione. Ma la proposta risultava poco conciliabile con il diritto internazionale e la stessa Costituzione svizzera.
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