A New York per commemorare il 75esimo anniversario della prima missione di mantenimento della pace da parte dell'ONU, la ministra della difesa svizzera ha chiesto che ci siano più donne in queste operazioni.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Unito a un uso sempre più importante delle tecnologie emergenti, il fatto di fare maggiore affidamento sulle donne può essere utile “per coinvolgere parti della società” e stabilire legami tra la “la società e le forze di pace”, ha affermato venerdì la consigliera federale in un discorso pronunciato all’Istituto internazionale per la pace (IPI).
Queste due componenti possono anche contribuire a “una migliore valutazione della situazione, a fornire un allarme tempestivo e, di conseguenza, a una pace duratura”, ha aggiunto Amherd, in occasione del 75° anniversario della prima missione di mantenimento della pace da parte dell’ONU.
Giovedì la consigliera federale ha incontrato la direttrice esecutiva di ONU Donne, Sima Bahous. Oggi anche il primo svizzero a capo di una missione di pace delle Nazioni Unite, il maggiore Patrick Gauchat, ha sottolineato il ruolo “molto importante” delle donne quali osservatrici militari.
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Nell’organismo delle Nazioni Unite per la Supervisione dell’Armistizio (UNTSO), esse forniscono un migliore collegamento con le donne locali. Gauchat vorrebbe aumentare il numero di osservatrici, che attualmente rappresentano solo il 21% in ambito militare e oltre il 40% in quello civile.
Amherd ha infine ribadito la posizione della Svizzera secondo cui la protezione dei civili deve essere al centro delle operazioni di pace. “Tutti i soggetti coinvolti concordano su questo obiettivo fondamentale”, ha sottolineato, pur ammettendo che si tratta di una sfida enorme in alcuni Paesi, come il Mali, la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e la Repubblica Centrafricana.
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