Per Beat Jans la situazione dell’asilo in Svizzera può peggiorare
Il consigliere federale Beat Jans.
Keystone / Anthony Anex
Secondo il consigliere federale Beat Jans alcune proposte dell'Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) in materia d'asilo sono in contraddizione con la Costituzione elvetica.
Questo contenuto è stato pubblicato al
3 minuti
tvsvizzera.it/mrj con RSI
Alcune delle misure riguardanti la politica elvetica d’asilo approvate martedì dal Nazionale – sono in contraddizione con la Costituzione. In particolare, si riferisce all’idea di impedire i ricongiungimenti familiari per chi è accolto provvisoriamente. Proposte ora rinviate dal Consiglio degli Stati alla Commissione competente.
Ospite al Telegiornale della RSI del 25 settembre, Beat Jans ha discusso di asilo.
Contenuto esterno
“Sono contento che il Consiglio degli stati si prenda del tempo per discutere queste proposte. Proposte che – in parte – contraddicono la costituzione federale e il diritto internazionale e che sono anche molto difficili da mettere in pratica. È un bene che le valutiamo con tranquillità e non facciamo le cose troppo in fretta. L’anno scorso 30’000 persone hanno chiesto asilo in svizzera e quest’anno se ne attendono altrettante. La situazione potrebbe diventare ingestibile”.
È vero che, ha aggiunto, in Svizzera sono arrivate meno persone rispetto a quanto si era previsto a inizio anno, e anche se “sono ancora tante, nei centri federali i posti sono sufficienti”.
Malgrado tutto, però, “la situazione si è calmata e anche la criminalità nei e attorno ai centri è calata”. A dimostrazione del fatto, prosegue Jans, che “i provvedimenti presi stanno dando i loro frutti”.
Per quanto riguarda la proposta di spostare all’estero le procedure d’asilo, il consigliere federale ha dichiarato che lo reputa, a titolo personale, un buon “modo di dare – ad esempio a chi vive in Africa – la possibilità di venire in Svizzera in modo regolare, un po’ come con le domande d’asilo in ambasciata”. Un mnodo, anche, per evitare le tragedie in mare: “Possono cosi ricevere risposta senza dover affrontare il Mediterraneo e mettersi in pericolo. Non sarà facile trovare la soluzione e la cosa migliore e farlo insieme all’UE”.
I controlli ai confini già si fanno
E a proposito di UE, in Svizzera c’è chi chiede che vengano rafforzati i controlli ai confini, come sta già facendo la Germania (anche sui confini con la Confederazione). In realtà, però, quello che sta facendo Berlino, Berna lo fa da sempre: “Visto che non siamo nell’Unione doganale, le nostre guardie di confine controllano sempre merci e documenti. I tedeschi non fanno niente di diverso. Noi abbiamo intensificato questi controlli durante l’estate per i Mondiali e le Olimpiadi e ciò non ha avuto effetti sulle entrate illegali e le domande d’asilo”, che sono meno rispetto a un anno fa ma per vari motivi”.
Alla domanda se la situazione al confine meridionale sia migliorata dalla primavera, ossia quando per i e le migranti del Maghreb c’è la procedura d’asilo di 24 ore, il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha risposto che si tratta di “una buona misura che dà i suoi frutti. Abbiamo il 40% in meno di migranti da questi Paesi nei centri federali. Anche la criminalità nelle strutture è calata”.
Infine, però, avverte che la situazione attuale, seppur globalmente più positiva rispetto al passato, può peggiorare.
Coop e Migros fra i primi 50 dettaglianti al mondo
Questo contenuto è stato pubblicato al
Coop e Migros figurano fra le prime 50 aziende al mondo attive nel commercio al dettaglio e stanno guadagnano posizioni.
Una commissione valuta l’estensione dell’obbligo di servire anche per le donne
Questo contenuto è stato pubblicato al
La commissione competente del Consiglio degli Stati respinge l’idea di un servizio cittadino obbligatorio, ma valuta un controprogetto che introdurrebbe l’obbligo di servire nella sicurezza anche per le donne.
BYD sbarca in Svizzera, con punti vendita anche a Lugano e Bellinzona
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il marchio automobilistico cinese BYD entra ufficialmente nel mercato svizzero: oggi e domani si tiene una manifestazione per il lancio del marchio a Spreitenbach, nel canton Argovia.
Parte la raccolta di firme per un congedo parentale di 18 settimane
Questo contenuto è stato pubblicato al
I fautori di un congedo di 18 settimane per ogni genitore alla nascita di un figlio avranno tempo fino a inizio ottobre 2026 per raccogliere le 100'000 firme necessarie alla riuscita della loro iniziativa popolare "Società ed economia forti grazie al congedo parentale (Iniziativa per un congedo familiare)".
Primo aprile, i pesci non sono mancati nemmeno quest’anno
Questo contenuto è stato pubblicato al
Come ogni anno, i giornali e le istituzioni svizzere non hanno resistito alla tentazione del primo aprile: ecco alcune informazioni che potrebbero essere vere, ma che probabilmente sono scherzi.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti è stato il CEO che ha guadagnato di più l'anno scorso, tra quelli delle maggiori banche in Europa.
“Basta con gli insulti anonimi”: verso un’iniziativa popolare
Questo contenuto è stato pubblicato al
"Basta con gli insulti anonimi": è il titolo di un'iniziativa popolare che il media alternativo Infosperber intende lanciare per porre fine alle offese illegali in rete, una piaga contro cui a suo avviso non viene fatto abbastanza.
Oltre un quarto di fedeli cattolici pensa di lasciare la Chiesa
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Chiesa cattolica ha una cattiva reputazione nella Svizzera tedesca e il 27% dei suoi membri ha già pensato di abbandonarla. Per quanto riguarda i riformati, la quota è del 21%. È quanto emerge da un sondaggio condotto dall'istituto di ricerca Sotomo.
La stagione invernale è andata bene, pernottamenti aumentati del 2%
Questo contenuto è stato pubblicato al
Grazie a buone condizioni di innevamento e a un massiccio afflusso di ospiti stranieri la stagione invernale dovrebbe essersi conclusa bene in Svizzera.
I patrimoni russi bloccati in Svizzera sono aumentati di 1,6 miliardi di franchi
Questo contenuto è stato pubblicato al
Rispetto all'aprile 2024, il valore degli averi russi riconducibili a privati o società bloccati in seguito all'invasione dell'Ucraina sono aumentati di 1,6 miliardi di franchi per attestarsi a 7,4 miliardi al 31 marzo.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.