Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona, nel canton Ticino, ha condannato l'ex ministro dell'Interno del Gambia Ousman Sonko a 20 anni di detenzione per ripetuti crimini contro l'umanità.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS e RSI Info
Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva richiesto la reclusione a vita, mentre la difesa l’assoluzione. Alla fine, la Corte di Bellinzona ha trovato una “via di mezzo”, condannando a 20 anni di detenzione l’ex ministro degli interni gambiano per i crimini commessi tra il 2000 e il 2016.
Il dibattimento, iniziato a gennaio, si è concluso a marzo. La sentenza era particolarmente attesa, visto che sollevava questioni di diritto: come riporta RSI Info, Sonko è stato giudicato sulla base del principio della giurisdizione universale, secondo il quale determinati crimini – come quelli contro l’umanità – sono tanto gravi da poter essere perseguiti anche se commessi in altri Paesi.
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L’imputato si è reso colpevole di uccisioni, torture, stupri e sequestri, commessi di persona o da altri su suo ordine tra il 2000 e il 2016. La corte ha riconosciuto omicidi, detenzioni arbitrarie e torture, mentre ha lasciato cadere le accuse relative alle violenze sessuali.
In Svizzera come richiedente l’asilo
L’uomo si trova in Svizzera dopo essere fuggito in seguito alla rimozione nel 2016 dalla sua funzione da parte dell’allora presidente Yaya Jammeh in seguito a numerose contestazioni da parte della popolazione. Aveva allora chiesto asilo nella Confederazione, dove è stato arrestato nel gennaio 2017 al centro per richiedenti di Kappelen-Lyss (canton Berna).
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