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Il coronavirus affossa il turismo in Svizzera

Il golfo di Lugano in una giornata di primavera
Il Ticino ha subito la contrazione più forte nel periodo gennaio-marzo, arretrando del 26% a 183'000 pernottamenti. © Keystone / Ti-press / Benedetto Galli

“Il 2020 sarà un anno terribile per il turismo svizzero”. A dichiararlo è il direttore di Svizzera Turismo Martin Nydegger, che teme un’ondata di fallimenti “probabilmente inevitabile”. Secondo diversi sondaggi, il 23% delle circa 4’000 strutture turistiche svizzere non riuscirà a superare la crisi.

Nell’intervista apparsa sabato sui giornali del gruppo CH Media, Nydegger ha inoltre affermato che un ritorno alla normalità delle prenotazioni del 2019 non avverrà prima di cinque anni: “La rottura è profonda, perché il crollo è rapido ma la ripresa sarà lenta”.

Sempre secondo il direttore di Svizzera Turismo, a riprendersi prima sarà il turismo di montagna, seguito dal quello di città. Ad avere bisogno di più tempo sarà invece il turismo d’affari.

Ecco alcuni dati

In marzo, sulla scia del coronavirus e delle sue conseguenze, i pernottamenti sono scesi a 1,26 milioni, con una flessione del 62% rispetto allo stesso mese del 2019. Per gli albergatori anche il primo trimestre è da dimenticare e in tal ambito il Ticino è la regione che ha più sofferto.

Stando ai dati diffusi venerdì dall’Ufficio federale di statistica , nel cantone italofono il calo di marzo è stato del 61% (a 49’200), mentre nei Grigioni del 59% (a 274’000). Le regioni ancora più toccate sono quelle di Zurigo (-64%), Vaud (-65%), Basilea (-67%) e Ginevra (-69%). A mancare nelle strutture ricettive sono stati sia gli svizzeri (-56% a 706’900) che gli stranieri (-68% a 557’400).

Primo trimestre

Il dato nazionale di marzo ha affossato quello complessivo del primo trimestre, che si è chiuso con una diminuzione (su base annua) del 18% a 7,59 milioni di notti. Anche in questo caso lo scemato interesse degli stranieri (-22% a 3,65 milioni) è stato più marcato di quello degli indigeni (-15% a 3,94 milioni).

Il Ticino ha subito la contrazione più forte nel periodo gennaio-marzo (peraltro di importanza non decisiva a sud delle Alpi), arretrando del 26% a 183’000 pernottamenti. I Grigioni segnano -13% (a 1,77 milioni), il Vallese -15% (a 1,21 milioni), Berna -17% (a 1,01 milioni) e Zurigo -22% (a 0,89 milioni).

Per il settore turistico elvetico il 2020 si annuncia comunque assai negativo. Stando alle prime stime della Segreteria di Stato dell’economia (Seco) il fatturato del ramo potrebbe contrarsi del 35%.

Il servizio del telegiornale:

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