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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

È la fine di un'epoca per la stampa elvetica. È uscita infatti oggi l'ultima edizione cartacea del quotidiano 20Minuti. Apprezzato o meno, è innegabile che il giornale gratuito abbia lasciato il segno nella storia dei media svizzeri.

Il resto del nostro bollettino si concentrerà su tre proposte destinate a far discutere: l'introduzione di truppe volontarie di supporto per l'esercito, una tassa sui biglietti aerei e l'adesione della Confederazione al trattato ONU sulla proibizione delle armi nucleari.

Buona lettura! 

Mano afferra giornale
Oggi è l’ultima volta. Keystone / Cyril Zingaro

Oggi è uscita l’ultima edizione del quotidiano gratuito 20Minuti che, dal 1999, è stato il compagno di viaggio di migliaia di persone pendolari, e non solo.

È la scomparsa di “un rituale che è stato parte della quotidianità fin dall’epoca pre-online: prendere una copia di 20Minuti dalle onnipresenti cassette blu”, scrive il Tages-Anzeiger, secondo cui la fine dell’edizione stampata del quotidiano (che continuerà l’attività esclusivamente online) rappresenta anche la fine del fenomeno dei giornali gratuiti che ha cambiato il paesaggio della stampa locale.

“Inizialmente accolto con scetticismo, il giornale sovvenzionato esclusivamente dalla pubblicità ha stravolto le regole del gioco, forzando tutte le case editrici a ripensare le proprie strategie, in termini di contenuti, design e finanze”, afferma il quotidiano zurighese.

Un giornale che amiamo detestare, dicono alcuni“, scrive Le Temps, ma che “restava comunque letto da 400’000 persone al giorno”.

La copia di oggi è un’edizione commemorativa dedicata alla carta stampata che contiene anche interviste a illustri personalità, come il direttore delle Ferrovie federali svizzere Vincent Ducrot e il ministro delle comunicazioni Albert Rösti.

In un momento in cui i media stanno vivendo un periodo di crisi, il Consigliere federale invita le aziende a investire indirettamente nei media tramite la pubblicità. La stampa ha un ruolo cruciale nella stabilità del sistema politico svizzero, stabilità che, a sua volta, è una delle ragioni principali per cui la Confederazione resta attrattiva per l’imprenditoria.

Aereo decolla dall'aeroporto di Ginevra
Una tassa sui biglietti aerei è stata discussa a più riprese in Svizzera, ma non è mai stata introdotta. Keystone / Salvatore Di Nolfi

Due terzi della popolazione svizzera sono favorevoli all’introduzione di una tassa sui biglietti aerei per sovvenzionare i trasporti pubblici e sviluppare i collegamenti ferroviari notturni.

È quanto emerge da un sondaggio commissionato all’istituto demoscopico gfs.zurich dall’associazione ambientalista Actif-trafic. Il sostegno alla tassa è elevato (80%) tra le persone con più di 65 anni.

Poco più di un terzo di chi ha risposto ritiene che la tassa debba essere di 30 franchi per i voli brevi e di 120 per le tratte più lunghe. Il 70% è dell’opinione che dovrebbe essere più elevata per i tragitti che possono essere effettuati in treno.

Nel 2021, il popolo svizzero aveva respinto in votazione la Legge sul CO2, che prevedeva anche una tassa sui biglietti degli aerei in partenza dalla Svizzera. Il Parlamento ha quindi elaborato una nuova versione, in vigore da quasi un anno, che non contiene tale tassa. Actif-trafic prevede però ora di lanciare un’iniziativa la prossima primavera per introdurla.

Persone con manifesti contro le armi nucleari
L’iniziativa è promossa dall’Alleanza svizzera per la proibizione delle armi nucleari. Keystone / Peter Schneider

La Svizzera deve aderire al Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Lo chiede un’iniziativa popolare, sottoscritta da oltre 135’000 persone, che è stata consegnata oggi alla Cancelleria federale.

Il TPNW è stato concluso nel 2017 ed è in vigore dal 2021. Vieta lo sviluppo, i test, la produzione, il trasferimento, il possesso, l’utilizzo e la minaccia di utilizzo di armi nucleari. La Svizzera ha deciso di non sottoscriverlo. Nella sua ultima valutazione nel marzo 2024, il Consiglio federale ha ribadito che l’impegno della Svizzera per il contenimento nucleare è meglio perseguito attraverso il Trattato di non proliferazione (TNP) che, a differenza del TPNW, include tutte le potenze nucleari.

Con l’iniziativa, la decisione potrebbe però ora finire nelle mani del popolo. Secondo un recente sondaggio commissionato da Le Temps all’istituto Demoscope, il 70% della popolazione svizzera è favorevole all’adesione al trattato. La proposta trova anche il sostegno della maggioranza dell’elettorato del campo borghese, sottolinea il giornale francofono.

Due soldati di spalle accanto a una recinzione
I volontari sarebbero dispiegati, ad esempio, nella sorveglianza di infrastrutture critiche. Keystone / Urs Flueeler

Il Consiglio federale sta valutando di riportare in auge le forze armate volontarie per rafforzare le capacità di difesa del Paese, scrive oggi SRF.

I volontari, che dovrebbero essere soprattutto persone che hanno già terminato il servizio militare obbligatorio, sarebbero dispiegati in momenti di tensione per sorvegliare infrastrutture critiche come ad esempio ponti, ferrovie e centrali elettriche.

Tali truppe esistono ancora in Scandinavia e nell’Europa dell’Est. In Svizzera, soldati volontari sono stati attivi nelle cosiddette “milizie locali” dal 1940 al 1967.

L’idea è lodata dalle forze politiche di centro e destra e osteggiata dalla sinistra. Secondo la parlamentare socialista Franziska Roth i compiti di sicurezza e protezione devono essere svolti dalla polizia.

Numero 23 con decorazioni natalizie
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Due persone vestite da Babbo Natali si calano lungo una parete
Keystone / Cyril Zingaro

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