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Striscia di neve

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Mentre molte località turistiche montane, all’inizio delle vacanze di Natale attendono ancora la neve, un tribunale di Zugo apre una porta che finora sembrava chiusa: per la prima volta in Svizzera, una causa climatica contro un'azienda è stata dichiarata ricevibile. Una decisione destinata a far parlare anche a livello internazionale.

Buona lettura!

Persone intervistate
Ibu Asmania (a sinistra) e Arif Pujianto (al centro) – residenti dell’isola di Pari – davanti al palazzo del Governo di Zugo nel settembre 2025. Keystone / Urs Flueeler

Quattro abitanti dell’isola indonesiana di Pari hanno il diritto di citare in giudizio un’azienda svizzera, Holcim, per danni climatici, riferisce SRF. Il colosso del cemento si oppone a questa decisione del Tribunale cantonale di Zugo, che attira l’attenzione anche oltre i confini svizzeri.

Il Tribunale cantonale di Zugo ha dichiarato ricevibile una causa climatica contro la multinazionale del cemento Holcim. Le persone querelanti attribuiscono a Holcim una corresponsabilità nel riscaldamento globale, che provoca l’innalzamento del livello del mare e minaccia sempre più la loro patria. Il Tribunale non è entrato nel merito delle responsabilità di Holcim, ma solo sulla ricevibilità del caso. Si tratta comunque di una svolta sotto il profilo giuridico.

La posizione di Holcim è che i tribunali non sono il luogo adatto per affrontare il cambiamento climatico, riassume SRF. La politica dovrebbe stabilire chi può emettere quanto CO₂, e non un tribunale. La Corte ha ribattuto che le sentenze non sostituiscono la politica climatica, bensì la completano. Qui non si tratta di ragionare sugli obiettivi climatici svizzeri, ha specificato, bensì di richieste concrete da parte di persone direttamente colpite.

Il gruppo cementifero intende presentare ricorso. Indipendentemente dall’esito, la ricevibilità della causa aumenta la pressione sui grandi emettitori. A livello internazionale, il caso si inserisce in una crescente serie di cause climatiche – in oltre 60 Paesi sono pendenti quasi 3’000 procedimenti di vario genere.

Agenti in uniforme
Agenti federali statunitensi dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement ) e del CBP (Customs and Border Protection) di pattuglia a Chicago. KEYSTONE/Chicago Sun-Times via AP/Ashlee Rezin

L’autorità statunitense responsabile del controllo dell’immigrazione ICE ha arrestato tre cittadini svizzeri. Il motivo? I cosiddetti “overstay”, ovvero permanenze in territorio americano più lunghe del consentito. Nel frattempo, tutte e tre le persone sono state rimesse in libertà.

Secondo quanto riportato dal SonntagsBlick, i tre svizzeri sono stati trattenuti dall’ICE e detenuti fino alla loro partenza. Il DFAE conferma il caso, ma per motivi di protezione dei dati non fornisce dettagli sul momento o la durata della detenzione. Gli interessati avevano prolungato il loro soggiorno oltre quanto consentito dalla loro autorizzazione Esta o dal loro visto.

Con l’autorizzazione Esta, chi ha un passaporto svizzero può viaggiare negli Stati Uniti senza visto fino a 90 giorni. Chi supera questo limite rischia l’espulsione e può essere bandito da futuri viaggi nel Paese senza visto, ricorda SRF.

Attualmente, la politica migratoria statunitense è particolarmente restrittiva. L’amministrazione Trump vuole rendere più severe le regole d’ingresso nel Paese per i soggiorni inferiori ai 90 giorni. L’intenzione di Washington è di richiedere a chi voglia entrare nel Paese la cronologia delle attività online degli ultimi cinque anni.

Cockpit di un jet
Un F-35 durante una giornata di test e valutazione alla base aera di Payerne, nel 2019. Keystone / Peter Klaunzer

Il Consiglio federale sta valutando l’acquisto di una seconda flotta di aerei da combattimento. Accanto al costoso F-35, in futuro potrebbero essere impiegati anche velivoli più economici. L’obiettivo è ridurre i costi e rafforzare la capacità complessiva dell’aeronautica.

Il ministro della difesa Martin Pfister ha recentemente annunciato l’intenzione di espandere la flotta, per arrivare a lungo termine fino a 70 velivoli. Ha inoltre dichiarato che la Svizzera per il momento acquisterà meno F-35 dagli Stati Uniti rispetto ai 36 inizialmente previsti. Ricordiamo che il popolo in votazione aveva dato luce verde allo stanziamento di 6 miliardi di franchi per l’acquisto di nuovi jet, ma è in seguito emerso che i costi per i 36 F-35 sarebbero stati più elevati.

 Al momento, si stanno valutando “tutte le opzioni”: dai jet ad alta tecnologia, a modelli più semplici. In questo modo, candidati precedenti come lo svedese Gripen o l’italiano Leonardo M-346 potrebbero tornare in gioco, riferisce SRF.

Chi sostiene le intenzioni del Governo afferma che aerei da combattimento più leggeri potrebbero assumere compiti semplici di polizia aerea. Coloro che si oppongono, invece, temono costi supplementari elevati, perché due flotte richiederebbero più formazione, più manutenzione e più personale.

Striscia di neve tra i prati
Pista di neve artificiale ad Airolo, in Ticino. Attualmente nelle Alpi svizzere la quantità di neve è notevolmente inferiore alla norma per questo periodo dell’anno. Keystone / Francesca Agosta

Prati verdi invece di piste bianche: la mancanza di neve mette sotto pressione il turismo invernale poco prima di Natale. In particolare, i piccoli comprensori sciistici si ritrovano finanziariamente con l’acqua alla gola, mentre le grandi destinazioni mantengono prezzi elevati nonostante l’attività limitata.

In Appenzello vi sono molti skilift tra gli 800 e i 1’000 metri di altitudine, e sempre più spesso restano fermi. Lo skilift di Urnäsch, per esempio, la scorsa stagione è stato in funzione solo sei giorni, scrive SRF. Limitarsi all’attività invernale non è più sostenibile e si stanno valutando alternative come offerte estive con percorsi per biciclette oppure una chiusura definitiva.

Altri puntano sulla tecnologia: lo skilift Horn a Schwende (Appenzello Interno) può funzionare grazie a un impianto di innevamento artificiale, ma anche questo ha i suoi limiti: servono temperature basse e investimenti elevati. Per molte piccole strutture il rischio rimane alto.

Mentre i piccoli impianti lottano per sopravvivere, i prezzi nei grandi comprensori restano elevati. Secondo un’analisi del Blick, alla fine della scorsa settimana solo circa un terzo degli impianti era in funzione a livello nazionale, ma i biglietti giornalieri nel mese di dicembre costano spesso più che a gennaio.

Numero 22 con decorazioni natalizie
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Mare di nebbia e montagne all'orizzonte
Keystone / Peter Klaunzer

Foto del giorno

Grigio, grigio e ancora grigio sull’Altopiano. Ma, per chi lo sa cercare, il Sole si trova, come qui a Magglingen, dove ieri si potevano ammirare le montagne dell’Oberland bernese sopra il mare di nebbia.

Tradotto con il supporto dell’IA/Zz

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