La televisione svizzera per l’Italia
Persona scalda droga su un cucchiaio

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Dai documenti pubblicati negli Stati Uniti riguardanti il caso Jeffrey Epstein emerge che il traffico sessuale del finanziere statunitense morto in carcere nel 2019 aveva ramificazioni anche in Svizzera.

E mentre la Ginevra internazionale sembra tornare al centro della diplomazia internazionale con le discussioni in corso sul piano di pace statunitense per l'Ucraina, nella Svizzera francese il sistema di gestione delle dipendenze è in difficoltà di fronte alla diffusione del consumo di crack.

Cordiali saluti da Berna,

Persona in primo piano
Jeffrey Epstein, vicino a molte persone influenti negli Stati Uniti e non solo, era stato arrestato e incriminato per sfruttamento sessuale di minori nel 2019. New York State Sex Offender Registry

Il traffico sessuale di Jeffrey Epstein aveva ramificazioni anche in Svizzera. Lo scrive la NZZ am Sonntag, secondo cui il finanziere americano deceduto nel 2019 in carcere a New York era anche cliente di una grande banca di Ginevra.

“Ciao Jeffrey! Ho un’assistente di Zurigo per te. Ti avevo già mandato le sue foto (…) Ne ho qualcuna di nuova qui a Zurigo, ma non ancora a New York o Parigi”. È quanto si legge in un’e-mail del 2016, il cui mittente non è identificato. Il termine “assistente” era utilizzato dalla rete di traffico sessuale di Epstein per riferirsi alle donne sfruttate a fini di prostituzione.

Il domenicale zurighese menziona anche uno scambio tra un giornalista del Guardian ed Epstein del 2015 riguardante la banca HSBC Private Bank di Ginevra, presso cui il finanziere avrebbe avuto dei conti. Per il momento, l’Ufficio federale della giustizia non ha ricevuto ancora nessuna richiesta di assistenza giudiziaria dagli Stati Uniti, mentre le procure di Zurigo e di Ginevra, nonché HSBC, non hanno risposto alle domande dei media.

La scorsa settimana il presidente statunitense Donald Trump ha firmato la legge che ordina la pubblicazione dell’integralità del dossier legato al caso Epstein. Si tratta di decine di migliaia di pagine.

Persona davanti a microfoni con bandiere ucraine e statunitensi sullo sfondo
Marco Rubio durante una conferenza stampa a Ginevra. Keystone / Martial Trezzini

Il segretario di Stato americano Marco Rubio e il capo dell’Ufficio presidenziale ucraino Andrij Jermak hanno lasciato Ginevra alla fine della prima giornata di negoziati sul piano statunitense in 28 punti per la fine del conflitto in Ucraina. Nel frattempo, i media elvetici si interrogano sull’importanza dell’incontro per la Ginevra internazionale.

Il piano, tra le altre cose, prevede che Kiev ceda i territori attualmente occupati alla Russia e rinunci a entrare nella Nato. Il presidente statunitense Trump ha dato tempo all’Ucraina  fino al 27 novembre per rispondere alla proposta. Dopo l’incontro con la delegazione di Kiev, Rubio ha parlato di “progressi sostanziali” verso “una pace giusta e duratura”.

Secondo il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri Nicolas Bideau, citato dal Tages-Anzeiger, “questo incontro illustra la fiducia riposta nella Svizzera, in grado di fornire un quadro sicuro e neutrale per colloqui delicati“. Il consigliere agli Stati ginevrino Carlo Sommaruga sottolinea che Ginevra  resta un “luogo ideale” e che la neutralità svizzera permette di portare tutte le parti al tavolo, “anche se forse al tavolo non ci sediamo”.

Di questo ultimo aspetto si rammarica l’ex ministra degli esteri svizzera Micheline Calmy-Rey, secondo cui la Confederazione sta rinunciando alla tradizione di fornire i suoi buoni uffici. Il nostro Paese ha “più il ruolo di cameriere che quello di cuoco”, dice.

Locale di inienzione
Dal 2026 Losanna non permetterà l’accesso ai locali di consumo controllato di droga a chi non risiede del canton Vaud. Keystone / Jean-Christophe Bott

La crisi del crack sta colpendo duramente Losanna, città dove il meccanismo di presa a carico medico-sociale di chi soffre di dipendenze è sotto pressione. Watson e 24 Heures si chiedono oggi se il sistema dei quattro pilastri in materia di stupefacenti (prevenzione, trattamento, riduzione del danno e regolazione) introdotto negli anni Ottanta in Svizzera stia giungendo al limite.

Secondo Olivier Simon, membro del Collegio di medicina delle dipendenze della Svizzera romanda, il sistema elvetico che ha fatto scuola introducendo le cosiddette “stanze di consumo” è ancora valido. Il problema sono le riduzioni delle sovvenzioni federali e i tagli al budget decisi in diversi Cantoni, spiega l’esperto a 24 Heures.

Di fronte a una sostanza come il crack, che porta a un deterioramento molto rapido della salute e delle finanze delle persone, ci vuole “una rete di attori sociosanitari solida e agile” che sembra venir meno nella Svizzera francese, dove i locali di consumo sono ripartiti in modo molto diseguale rispetto alla regione germanofona del Paese.

L’articolo di Watson conferma il disequilibrio e la mancanza di coordinazione tra i Cantoni romandi. Se, ad esempio, Vaud e Ginevra investono nella risposta alla crisi, il Vallese “non ha nessuna visione” politica sulla riduzione del rischio, afferma Camille Robert, cosegretaria del gruppo romando di studio delle dipendenze (Grea).

Microfoni delle varie unità aziendali della SSR
Il piano di ristrutturazione punta a una maggiore collaborazione tra le diverse unità regionali della SSR. Keystone / Peter Klaunzer

La Società svizzera di radiotelevisione (SSR, di cui fa parte anche Swissinfo) ha annunciato misure di risparmio per 270 milioni di franchi entro il 2029 e la conseguente soppressione di 900 posti di lavoro a tempo pieno.

“Ci rammarichiamo di queste soppressioni, ma le scelte politiche e il contesto in cui evolve l’azienda non ci lasciano alternative”, afferma la direttrice della SSR Susanne Wille. Le misure sono intraprese nell’ambito di una profonda ristrutturazione della SSR, confrontata con la decisione del Governo di abbassare il canone pagato dalle economie domestiche da 335 a 300 franchi all’anno, dalla riduzione degli introiti pubblicitari e dall’inflazione.

L’Alleanza diversità mediatica definisce “drammatica” la decisione, sottolineando che resta di fondamentale importanza evitare gli ulteriori tagli al canone chiesti dall’iniziativa “200 franchi bastano”, in votazione il prossimo 8 marzo.

Persona con ombrello osserva bancarella con cipolle intrecciate.. Palazzo federale sullo sfondo
Keystone / Alessandro Della Valle

Foto del giorno

La pioggia e il freddo non hanno fermato il tradizionale “Zibelemärit” di Berna, con le sue bancarelle che vendono cipolle intrecciate. Fin dalle 4:00 del mattino, le vie della città si sono riempite di gente e dell’aroma delle immancabili torte di cipolle.

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