La televisione svizzera per l’Italia
persona firma un foglio

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Iniziative popolari e referendum, per i quali occorre raccogliere rispettivamente 100’000 e 50’000 firme valide, sono tra i pilastri della democrazia diretta svizzera.

Raccogliere le sottoscrizioni è però diventato più complicato a causa di nuove prassi già in vigore, ma che fino a oggi il grande pubblico ignorava.

Un cordiale saluto da Berna,

PErsona raccoglie firme in un mercato
Iniziative popolari e referendum, per i quali occorre raccogliere rispettivamente 100’000 e 50’000 firme valide, sono tra i pilastri della democrazia diretta svizzera. Keystone / Jean-Christophe Bott

I comitati d’iniziativa sono spiazzati: migliaia di firme non sono più valide. Il motivo? La Cancelleria federale ha cambiato la sua prassi.

Secondo i comitati, circa il 5% delle firme raccolte di recente risulterebbe non valido. La misura è stata introdotta “quasi da un giorno all’altro”, si lamenta un responsabile di campagna al quotidiano Tages-Anzeiger.

Finora era tollerato, ad esempio, che una sola persona compilasse tutti i nomi e gli indirizzi dei familiari sul documento per la raccolta di sottoscrizioni a favore di un’iniziativa o di un referendum e che le singole persone si limitassero a firmare nella casella apposita. Ora è richiesto che ciascuna persona scriva di proprio pugno tutte le informazioni. Si tratta di una delle misure contro il fenomeno delle firme falsificate, di cui abbiamo già parlato.

La Cancelleria federale aveva informato in ottobre i Comuni, imponendo loro di non conteggiare le sottoscrizioni che non rispettano i requisiti. Solo dopo la richiesta di delucidazioni da parte del Tages-Anzeiger i comitati attualmente impegnati nella raccolta di firme sono stati informati. Gli aventi diritto di voto lo apprendono solo oggi. La Fondazione per la democrazia diretta chiede ora, secondo il quotidiano, una “sospensione e una norma transitoria” di almeno un anno.

carrarmato
Un veicolo mimetizzato dell’esercito svizzero. Keystone / Peter Klaunzer

La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale propone che in futuro gli armamenti elvetici possano essere consegnati anche a Paesi coinvolti in un conflitto. La sinistra insorge.

I partiti borghesi si sono imposti in commissione per 16 voti contro 9. Le loro proposte si spingono oltre a quanto previsto dal Consiglio federale. Secondo il progetto, i materiali bellici svizzeri potrebbero essere esportati anche verso Paesi coinvolti in conflitti interni o internazionali. Tuttavia, proprio l’Ucraina non potrebbe beneficiare di questa deroga.

Nelle decisioni sulle domande di esportazione dovrebbero essere considerati anche gli interessi legati alla neutralità della Svizzera. Ad esprimersi sulla questione sarà dapprima il Consiglio nazionale, probabilmente nella sessione parlamentare invernale di dicembre. È già chiaro che il Partito socialista (PS) e i Verdi lanceranno un referendum se il Parlamento approverà la proposta commissionale.

edificio
La sede centrale di Swatch, a Bienne. Keystone / Jean-Christophe Bott

Lunedì hanno scioperato i dipendenti di 16 filiali Swatch in Turchia. Il produttore di orologi svizzero e un sindacato turco che rappresenta circa 170 persone che lavorano nei negozi Swatch e in due boutique Omega, oltre che nell’ufficio di Istanbul, hanno negoziato per mesi, ma nessun accordo è stato raggiunto.

Lunedì dalle 10:00 il personale ha incrociato le braccia. Swatch ha offerto aumenti salariali del 25% per il personale di vendita e tra il 5 e il 15% per chi lavora in ufficio. Ma per il sindacato è troppo poco, visto che l’inflazione in Turchia è al 30%.

Per Swatch Group, invece, le richieste sono “irrealisticamente alte e del tutto esagerate“, dichiara un portavoce in un dispaccio d’agenzia. Il gruppo non ha voluto rispondere ad altre domande di SRF News.

Leopardo in gabbia
Il leopardo sedato è stato portato in uno zoo. X / SwissambNepal

La storia è piena di casi di persone che hanno cercato rifugio nelle ambasciate. Ma nella sede diplomatica svizzera in Nepal si è nascosto… un leopardo.

Nessuno si aspettava questa visita. Martedì, a Kathmandu è stato catturato un leopardo nel complesso dell’ambasciata elvetica. Si suppone che l’animale provenisse dal vicino corridoio del fiume Nakkhu e che abbia cercato rifugio dall’attività umana.

Come riferisce SRF News citando media locali, il felino si era nascosto in un vicolo all’interno dell’area. Il National Trust for Nature Conservation, la polizia nepalese e l’ufficio forestale locale sono riusciti poi a catturarlo.

Il leopardo di quattro anni è stato sedato. Successivamente è stato trasferito in uno zoo per essere sottoposto a cure veterinarie ed essere tenuto per qualche tempo sotto osservazione. Non è ancora chiaro come sia riuscito a entrare nel complesso dell’ambasciata, quindi su suolo svizzero.

persona in abito rosso e maschera a forma di sole
Keystone / Philipp Schmidli

Foto del giorno

Decapitare alla cieca un’oca morta con una spada, indossando una gigantesca maschera a forma di Sole. È il momento saliente della Gansabhauet di Sursee, una delle manifestazioni più bizzarre della tradizione elvetica. Si svolge ogni anno, il giorno di San Martino, l’11 novembre.  

Tradotto con il supporto dell’IA/Zz

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR