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Oggi in Svizzera

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La Confederazione non sfugge alla tendenza internazionale. Anche qui, la destra conservatrice è in ascesa e la polarizzazione politica si accentua. È quanto emerge dal barometro elettorale della SSR a metà legislatura.

Le manifestazioni a sostegno della flottiglia per Gaza intercettata da Israele, intanto, hanno raggiunto anche le strade svizzere, mentre i costi della psicoterapia approdano in Parlamento.

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Il presidente dell’UDC Marcel Dettling è determinato a portare il suo partito ancor di più oltre il 30% di quota elettorale. Keystone / Christian Merz

L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) supera per la prima volta la soglia del 30% nelle intenzioni di voto, secondo quanto rivela il barometro elettorale della SSR a metà legislatura. Parallelamente, la sinistra si stabilizza, mentre i partiti liberali perdono terreno.

La destra conservatrice continua a guadagnare terreno in Svizzera, così come in diversi altri Paesi dell’Europa occidentale. Già vittoriosa alle elezioni federali del 2023, l’UDC ha guadagnato altri 2,5 punti percentuali in due anni. Ora è accreditata del 30,4% delle intenzioni di voto. Se si trattasse di un risultato elettorale, sarebbe il migliore della sua storia.  

Dall’altra parte dello spettro politico, i partiti di sinistra sembrano stabilizzarsi: i Verdi e il Partito socialista (PS) avanzano ciascuno dello 0,5%. Quelli dell’area liberale, invece, faticano: il Partito verde-liberale (PVL, centro-destra ecologista) perde 1,5 punti percentuali e il Partito liberale radicale (PLR, destra) un punto. Anche Il Centro arretra leggermente, ma si posiziona ora davanti al PLR.

“La polarizzazione politica si accentua in Svizzera: i poli si rafforzano a scapito dei partiti dal posizionamento più moderato“, osserva il politologo Michael Hermann dell’istituto Sotomo, che ha condotto il sondaggio. Sebbene l’immigrazione, tema centrale dell’UDC, abbia perso rilevanza nell’opinione pubblica, Hermann spiega l’avanzata del primo partito svizzero con l’aumento delle preoccupazioni legate alla sicurezza e alla sovranità.

Scontri tra manifestanti e polizia
A Ginevra, la manifestazione a sostegno della flottiglia per Gaza ha dato luogo a scontri con la polizia. Keystone / Magali Girardin

Come altrove in Europa, anche le strade delle grandi città svizzere sono state, giovedì sera, teatro di manifestazioni di solidarietà con la Palestina e con la flottiglia per Gaza intercettata da Israele. I circa 400 attivisti fermati, tra cui alcune persone svizzere, dovrebbero essere rimpatriati in Europa.

La manifestazione più grande nel Paese si è svolta a Ginevra, dove si sono radunate oltre 3’000 persone. La folla scandiva slogan come: “Free free Palestine”, denunciando al contempo la “complicità della Svizzera”. Alcuni scontri sono scoppiati tra i manifestanti – alcuni dei quali hanno bloccato i binari delle Ferrovie federali – e la polizia, che ha fatto uso di gas lacrimogeni. Altri raduni di protesta si sono svolti a Losanna, Zurigo, Berna, Basilea, Lucerna e Lugano, così come in numerose città europee.

Le persone appartenenti alla flottiglia fermate sono state trasportate in Israele, dove devono essere registrate, ha comunicato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), che “resta in contatto con le autorità israeliane per garantire la protezione consolare delle cittadine e dei cittadini svizzeri coinvolti”. Queste persone dovranno pagare il proprio rimpatrio e non sarà la Confederazione a farsene carico.

Sul piano politico, un’iniziativa popolare federale che chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina dovrebbe partire nelle prossime settimane. La Cancelleria federale avrebbe convalidato il testo, secondo quanto riferisce la Radiotelevisione della Svizzera romanda RTS. All’origine dell’iniziativa vi è un comitato nazionale composto da 26 membri, che riunisce persone della società civile, giuriste e giuristi e diverse e diversi esponenti della sinistra.

aerei di Swiss
La compagnia Swiss è accusata di praticare dumping salariale. Keystone / Ennio Leanza

Per risparmiare, la compagnia aerea Swiss ricorre sempre più spesso a personale di cabina straniero. La filiale di Lufthansa sta valutando d’impiegare professioniste e professionisti indiani a salari molto bassi.

“Swiss impiega sempre più equipaggi basati in India, Thailandia e Cina”, ha riferito una fonte ai giornali svizzeri tedeschi di CH Media. Secondo i quotidiani, il personale non dispone di un contratto collettivo, guadagna meno di 1’000 franchi al mese e vola sempre più spesso al di fuori della propria base nel Paese d’origine.

La compagnia giustifica l’impiego di questo personale con le barriere culturali e linguistiche sui voli da e verso alcune destinazioni. Tuttavia, intende spingersi oltre ed esamina la possibilità d’impiegare prossimamente personale indiano, che guadagna tra 583 e 952 franchi al mese, sui voli diretti a Montréal.

Il sindacato Kapers reagisce. “Alla fine dell’anno cercheremo di avviare un dialogo con la direzione di Swiss per negoziare condizioni di lavoro migliori per le nostre colleghe e i nostri colleghi indiani“, spiega la presidente Sandrine Nikolic-Fuss. Sottolinea che non si tratta solo di salario e afferma che le hostess e gli steward stranieri sono troppo poco tutelati.

Immagine simbolica di una seduta di psicoterapia
Una mozione vuole ridurre il numero di sedute di psicoterapia coperte dall’assicurazione malattia. Keystone / Christian Beutler

L’aumento dei costi legati alla psicoterapia si fa strada a Palazzo federale. Keystone-ATS fa il punto su una mozione della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale, che chiede di rivedere al ribasso il numero di sedute coperte dall’assicurazione malattia.

Attualmente, le assicurazioni coprono 15 sedute di psicoterapia su prescrizione del medico di famiglia, rinnovabili una sola volta, per un totale di 30. Oltre questo limite, è necessario che un medico psichiatra rivaluti il caso. La mozione propone di riportare a 15 il numero di sedute prima di una nuova valutazione, precisa Keystone-ATS.

La Commissione della sanità denuncia un’esplosione dei costi dall’introduzione di un nuovo sistema nel 2022, pensato in particolare per facilitare l’accesso alle cure per bambine, bambini e adolescenti. Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, i costi sono passati da 528 milioni di franchi nel 2021 a 922 milioni nel 2024.

La proposta ha suscitato forti reazioni negli ambienti interessati. La Federazione svizzera delle psicologhe e degli psicologi denuncia un carico amministrativo supplementare. “Il numero di valutazioni dei casi o di autorizzazioni alla copertura dei costi verrebbe triplicato”, scrive. Rinviato recentemente in commissione, il testo dovrà essere trattato prossimamente dalle Camere.

Guardie in uniforme nera con cintura d'oro e cappello.
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Foto del giorno

La Guardia svizzera pontificia ha presentato in Vaticano la nuova uniforme “Mezza-Gala”, confezionata da un atelier elvetico. Sabato, renderà onore all’ingresso di 27 nuove reclute durante la cerimonia di giuramento, alla presenza della presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter.

Tradotto con il supporto dell’IA/Zz

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