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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

I media svizzeri continuano ad analizzare le votazioni federali di domenica scorsa occupandosi dei grandi sconfitti: gli istituti di sondaggio, le cui previsioni si sono rivelate inesatte, un fatto piuttosto raro.

Parleremo poi di cibersicurezza, di assicurazione sanitaria unica e dell'idea di fornire al popolo un nuovo strumento democratico.  

Buona lettura!

Materiale di voto
Sia i sondaggi della SSR che quelli di Tamedia pronosticavano una votazione tirata per l’abolizione del valore locativo e un “sì” quasi certo per l’introduzione dell’identità elettronica (e-ID). È stato il contrario. Keystone / Salvatore Di Nolfi

Le votazioni federali di domenica continuano a essere in primo piano sui media elvetici, che si interrogano in particolare sul perché le previsioni dei sondaggi pubblicati pochi giorni prima si siano rivelate sbagliate, un fatto assai raro.

Su SRF, la politologa Martina Mousson sottolinea che i sondaggi sono un’istantanea dell’opinione del popolo in un momento preciso e che nel periodo che intercorre fino alla votazione possono esserci delle svolte, come una mobilitazione finale imprevista. È secondo lei quello che è successo, con una spinta decisiva nelle zone rurali del campo favorevole all’abolizione del valore locativo, un elettorato più scettico nei confronti dell’e-ID.

Su RTS, il professore di scienze politiche all’Università di Losanna Sean Müller ipotizza che proprio i sondaggi, prevedendo un risultato tirato, abbiano spinto al voto molte persone che auspicavano la fine del valore locativo. 

Müller legge nel responso delle urne anche il segnale dell’affermarsi di “una parte della società che respinge lo Stato, gli esperti, le esperte e i media”. Si tratta, secondo lui, di un movimento nato durante la pandemia di Covid-19 e che diffida dell'”espertocrazia” e quindi anche i sondaggi, “a cui non partecipa o, se lo fa, mente”.

La NZZ, analizzando il voto e le spaccature che sembrano essere sempre più evidenti nella società elvetica durante le votazioni, dà un nome al fenomeno: “Corona-Graben”.

Tessere di cassa malati
I premi dell’assicurazione malattia obbligatoria aumenteranno in media del 4,4% in Svizzera, con forti differenze tra un cantone e l’altro. Keystone / Christian Beutler

A pochi giorni dall’annuncio dell’ennesimo aumento dei premi dell’assicurazione sanitaria obbligatoria, l’esasperazione della popolazione svizzera si riflette nei risultati di un sondaggio del gruppo Tamedia in cui il 68% delle persone interpellate si è detto favorevole o piuttosto favorevole all’introduzione di un’assicurazione malattia unica.

L’idea raccoglie una maggioranza di consensi in tutte le fasce d’età e di reddito, tra tutti i partiti e tra le donne come tra gli uomini. Il 9% ha dichiarato che si aspetta di avere difficoltà a pagare i premi più onerosi nel 2026, mentre il 5% ha addirittura risposto di non sapere come riuscirà a far fronte alla spesa.

Secondo l’indagine, la proposta di ridurre il numero di ospedali, considerato uno dei principali motivi degli alti costi del sistema, trova il sostegno di appena il 36%.

Nel 2007, un’iniziativa popolare che chiedeva di riunire in un solo istituto le decine di assicurazioni sanitarie che operano in Svizzera e di calcolare i premi in base al reddito e al patrimonio era stata sonoramente affossata, con il 71,2% di “no”.

Immagine simbolica di un pc hackerato
Le segnalazioni più frequenti riguardavano attacchi DDoS, seguiti dai casi di hacking, ransomware e furto di credenziali. Keystone / Str

Dal primo aprile, in Svizzera vige l’obbligo di segnalare entro 24 ore gli attacchi informatici subiti da infrastrutture critiche. Da allora, l’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS) ha registrato quasi una segnalazione al giorno, 164 per la precisione.

I settori finanziario (19%), informatico (8,7%) ed energetico (7,6%) sono i più colpiti, ma ulteriori segnalazioni sono pervenute dagli ambiti più disparati, dalle autorità al sistema sanitario, passando per i servizi postali, i trasporti e i media. Toccati anche il settore tecnologico e quello dell’approvvigionamento di generi alimentari.

L’UFCS si dichiara soddisfatto della buona collaborazione tra tutte le parti. Le segnalazioni sono analizzate a fini statistici e utilizzate per prevedere e prevenire eventuali minacce future.

A partire da ottobre, le mancate segnalazioni rischiano di costare molto caro. Sono infatti previste multe fino a 100’000 franchi.

Palazzo federale
Il popolo svizzero ha bisogno di un altro strumento democratico? Keystone / Peter Schneider

In Parlamento si discuterà dell’introduzione di un nuovo strumento democratico da fornire al popolo: la mozione popolare a livello federale. Postulati in tal senso sono stati presentati da sei deputati di cinque diversi gruppi parlamentari. Ma di cosa si tratta?

Attualmente, il popolo elvetico può opporsi a una legge tramite referendum o presentare nuove proposte con l’iniziativa popolare. Quest’ultima necessita di 100’000 firme. Un’iniziativa popolare contempla sempre una modifica costituzionale.  Talvolta, ciò si rivela problematico e capita che le autorità rispondano a un’iniziativa presentando un controprogetto che modifica esclusivamente una legge. 

La mozione popolare brucerebbe le tappe. Con essa l’elettorato potrebbe presentare una richiesta vincolante al Parlamento di elaborare una legge, senza scomodare la Costituzione. Si tratta di uno strumento già utilizzato con successo in diversi Cantoni e che alleggerisce il processo politico, sostengono i postulati.

I sei parlamentari chiedono ora al Governo di esaminare la possibilità di introdurre il nuovo strumento e di definire eventuali dettagli, come il numero di firme necessarie.

L’idea non è nuova. Una mozione in tal senso era stata presentata nel 2012 dal consigliere agli Stati indipendente Thomas Minder. Allora il Consiglio federale si era dimostrato scettico, respingendo la proposta e argomentando che “la proliferazione degli strumenti dei diritti popolari non significa necessariamente un potenziamento di questi diritti”.

Entrata ascensore
Keystone / Cyril Zingaro

Foto del giorno

L’accesso all’ascensore inclinato della stazione di Le Locle, nel Canton Neuchâtel. In febbraio, il sito del Comune scriveva che, dall’inaugurazione del “Remontoir” nel 2014, la cabina ha percorso il tragitto (lungo 62 metri per 24 di dislivello) 1’828’675 volte, per un totale di 113’000 chilometri.

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