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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

il nuovo re della lotta svizzera non porta una corona d’oro ma di alloro. Ha conquistato il titolo, ma ha dovuto fare qualche sacrificio... nel nostro briefing di oggi vi raccontiamo di più sul nuovo "re dello Schwinger". 

Parliamo anche di aborto, delle lezioni apprese dalla pandemia di coronavirus e di tassi d’interesse: alcuni fanno sorridere, altri fanno male.

Buona lettura! 

Armon Orlik
Il re dello Schwinger Armon Orlik in posa con Zibu. Keystone / Michael Buholzer

Nove anni dopo avere vissuto una cocente sconfitta, Armon Orlik – il primo grigionese nella storia – è stato incoronato re dello Schwinger senza nemmeno partecipare al combattimento finale. 

La Svizzera ha un nuovo re, e si chiama Armon Orlik. A 30 anni, al termine del settimo turno, l’ingegnere civile ha ottenuto lo stesso punteggio di Samuel Giger e Werner Schlegel. Sono stati loro a sfidarsi nel combattimento conclusivo della Festa federale di lotta svizzera e alpina, ma è stato Orlik ad aggiudicarsi il titolo assoluto. 

Si chiude così una festa dai numeri impressionanti: domenica, 56’500 appassionati hanno assistito al combattimento finale nell’arena mobile di Mollis, mentre nel corso del weekend circa 350’000 persone hanno raggiunto il Glarnerland

Nel 2016, Orlik era già arrivato in finale, ma senza riuscire a vincere. Da allora ha intensificato gli allenamenti, rinunciando a fast food e bibite zuccherate, come riporta 20 Minuten. E rinuncia anche al tradizionale premio: il toro Zibu. Secondo Blick, Orlik ha scelto il controvalore in denaro, pari a 30’000 franchi. 

Nella vita al di fuori della lotta svizzera, Orlik è ingegnere civile. E, in perfetto stile svizzero, dichiara che anche da re continuerà ad alzarsi presto per andare al lavoro

proteste
Nel 2022, a Lucerna ci sono state proteste contro le restrizioni al diritto d’aborto negli Stati Uniti. Keystone / Urs Flueeler

Il Parlamento svizzero ha deciso che, a partire dal 2027, le interruzioni volontarie di gravidanza saranno rimborsate dalla cassa malati. Una scelta che va controcorrente rispetto alla tendenza internazionale, dove l’accesso all’aborto è sempre più ostacolato.

In un momento in cui il diritto delle donne all’autodeterminazione sul proprio corpo è sotto pressione in molte parti del mondo, la Svizzera ha preso una decisione di portata storica: l’aborto sarà gratuito. 

La misura, approvata dal Parlamento senza dibattiti accesi, fa parte di una modifica legislativa che prevede, dal 2027, la copertura di tutte le spese mediche da parte delle assicurazioni sanitarie a partire dall’inizio della gravidanza. Questo include anche le interruzioni di gravidanza legali, che in Svizzera possono essere effettuate entro la dodicesima settimana. 

Il Tages-Anzeiger parla di una notizia “spettacolare” e cita Stati Uniti, Polonia, Ungheria e Argentina come esempi noti di Paesi dove il diritto all’aborto è oggetto di forti controversie politiche. La copresidente del Partito socialista, Mattea Meyer, ha definito la decisione un “traguardo fondamentale”. Anche il PLR, solitamente contrario a nuove spese per motivi di bilancio, non si è opposto. Uno dei parlamentari contrari all’aborto, Andreas Gafner dell’UDF (Unione democratica federale, partito cristiano conservatore) ha dichiarato di aver perso il termine per presentare una richiesta di discussione. 

Anne Lévy
Anne Lévy, a capo dell’Ufficio federale di sanità pubblica dall’ottobre 2020. Keystone / Anthony Anex

Gestione di anziani e giovani: la direttrice dell’UFSP ammette gli errori commessi in Svizzera durante la pandemia di coronavirus e spiega cosa cambierebbe in futuro. 

Non capita tutti i giorni che un ufficio federale ammetta i propri errori. Oggi lo fa Anne Lévy, direttrice dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), in un’intervista alla Neue Zürcher Zeitung. Lévy ha assunto la guida dell’UFSP nel pieno della pandemia, cinque anni fa, e ora traccia un bilancio della crisi

Il principale errore, secondo lei, è stato il modo in cui si è gestita la situazione della popolazione anziana. “Sono loro ad essere stati i più vulnerabili”, afferma. Non tutte le persone residenti in case per anziani e strutture di cura desideravano essere protette dietro porte chiuse: alcune avrebbero preferito poter vedere i propri cari negli ultimi anni di vita. “Abbiamo ascoltato troppo poco le persone direttamente coinvolte”, riconosce Lévy. Anche per i più giovani, le misure avrebbero potuto essere allentate più rapidamente. 

Lévy parla inoltre della revisione della legge sulle epidemie. In futuro, il Consiglio federale dovrà consultare i Cantoni e la commissione parlamentare prima di dichiarare o revocare una situazione particolare. L’UFSP compie anche un passo verso la digitalizzazione: con l’entrata in vigore della nuova legge, prevista per il 2028, non saranno più accettate segnalazioni di infezioni via fax. 

coira
Abitazione a Coira: inquiline e inquilini possono gioire per il calo del tasso di riferimento. Keystone / Gian Ehrenzeller

Se da una parte, inquiline e inquilini possono ora chiedere affitti più bassi grazie al calo del tasso di riferimento, dall’altra UBS provoca malumori introducendo tassi negativi per le casse pensioni. 

Il tasso ipotecario di riferimento è sceso in Svizzera dall’1,50 all’1,25%, come comunica l’Ufficio federale dell’abitazione. Una buona notizia per chi vive in affitto.  

Se l’affitto si basa su un tasso di interesse dell’1,5% o più, le inquiline e gli inquilini possono richiedere una riduzione della pigione. Secondo gli analisti, è probabile che il tasso rimanga a questo livello basso per i prossimi uno o due anni. 

Le notizie sui fondi pensione sono invece meno favorevoli: da metà luglio UBS addebita ai conti di liquidità un meno 0,2% perché la Banca nazionale svizzera (BNS) ha abbassato il tasso d’interesse di riferimento allo 0%. UBS parla di un onere dovuto agli elevati requisiti normativi, ma l’impatto sui fondi pensione è lo stesso – con possibili conseguenze per gli assicurati – perché “ogni franco detratto dalla loro pensione viene a mancare dalla loro pensione di vecchiaia”.

Colloqui Von-Wattenwyl
Keystone / Peter Klaunzer


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Una volta all’anno, il Consiglio federale si riunisce al completo per i colloqui Von Wattenwyl con i vertici dei partiti rappresentati in governo.

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