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Frana in montagna

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Mentre nel villaggio di Blatten si desidera e si pianifica la ricostruzione dopo la frana, un sondaggio mostra che la popolazione svizzera preferirebbe una politica meno accomodante nei confronti di Donald Trump in ambito commerciale.

Parleremo anche (e ancora) di F-35 e del perché a Ginevra tutti e tutte viaggiano gratis sui trasporti pubblici. Infine, ci tengo a informarvi che anche voi potete dire la vostra sul design della nuova serie di banconote svizzere.

Buona lettura! 

Escursionisti e cartelli direzionali dei sentieri
La Lötschental è una località molto turistica e vuole continuare ad esserlo, anche dopo la frana. Keystone / Peter Schneider

A tre mesi dalla frana che ha distrutto il villaggio di Blatten, in Vallese, le autorità hanno fatto il punto della situazione con la popolazione. La ricostruzione è al centro delle preoccupazioni.

Sui 300 abitanti, l’80% ha trovato alloggio nella valle, la Lötschental, spesso in abitazioni secondarie o appartamenti che normalmente vengono affittati per le vacanze. Si tratta di una soluzione temporanea poiché la maggior parte vuole tornare a vivere a Blatten quando il villaggio sarà ricostruito.

La prima tappa verso la ricostruzione sarà ristabilire l’acqua corrente e l’elettricità nelle frazioni di Weissenried e Eisten, a monte della colata detritica. Dovrebbe succedere già nei prossimi dieci giorni. La seconda tappa è più sul lungo termine e consiste nell’ingrandire queste due frazioni entro il 2028 per poi ricostruire in parte il centro di Blatten entro il 2030 ed estenderlo sul versante opposto del ghiacciaio.

Un altro aspetto è quello turistico, molto importante per la valle. Già prima della frana, la Lötschental faticava a soddisfare la domanda di alloggi di vacanza e la frana ha distrutto tre alberghi. Per poter in parte salvare la prossima stagione invernale si prevede la costruzione di un hotel a tre stelle provvisorio in strutture modulari in legno, che dovrebbe essere inaugurato a Natale.

Bandiera USA
“Switzerland first”. Sembra voler rispondere così alle minacce tariffarie di Trump la maggior parte della popolazione elvetica. Keystone / Christian Beutler

La Svizzera non deve fare concessioni agli Stati Uniti dopo l’imposizione da parte di Washington di dazi doganali del 39% sull’export elvetico verso gli USA. È il parere di quasi due terzi della popolazione, secondo un sondaggio di Yougov.

Solo un quarto della popolazione condivide quella che finora sembra essere la strada percorsa dal Consiglio federale, ovvero continuare a negoziare per trovare il modo di accontentare, almeno in parte, il presidente americano Donald Trump e fargli rivedere al ribasso le tariffe.

Tra le varie idee su come agire, una di cui parlava stamani il Tages Anzeiger è quella di far passare l’acquisto di aerei Boeing statunitensi dalla tedesca Lufthansa attraverso la Svizzera, riducendo in questo modo il disavanzo commerciale americano nei confronti della Confederazione, tanto inviso all’inquilino della Casa Bianca.

Metà delle persone interrogate da Yougov pensa che la Confederazione dovrebbe puntare maggiormente sulla produzione locale, anche al costo di un aumento generalizzato dei prezzi. Il 41% ritiene che le imprese svizzere non dovrebbero fare investimenti sostanziosi negli USA, mentre il 14% è di parere opposto.

Più della metà dei sostenitori e sostenitrici di quasi tutti i partiti politici si dicono a favore di una maggiore cooperazione con l’Unione Europea, con l’eccezione di chi vota l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), tradizionalmente antieuropeista, che si oppone con fermezza a tale opzione.

Aereo F-35 in volo
L’acquisto di nuovi aerei da combattimento era stato approvato in una votazione risicata. Non si votava sul numero e sul tipo di velivoli, solo sul denaro da stanziare: 6 miliardi di franchi. Copyright 2023 The Associated Press. All Rights Reserved

Sempre dagli Stati Uniti arriva un’altra cattiva notizia per la Svizzera. Il Consiglio federale ha confermato che Washington non intende modificare la sua posizione sugli aerei da combattimento F-35 che la Svizzera ha ordinato. La Confederazione non potrà imporre il prezzo fisso di 6 miliardi di franchi che il Dipartimento della Difesa aveva assicurato fosse stato concordato.

Dopo i colloqui di quest’estate tra Berna e Washington non è ancora chiaro quanto più salato sarà il conto per la Svizzera. “Dipenderà dall’ulteriore evoluzione dell’inflazione negli USA, dal prezzo delle materie prime e da altri fattori, come gli aumenti dei prezzi dovuti ai dazi doganali imposti dagli Stati Uniti”, scrive il Governo, il quale stima comunque che i costi supplementari dovrebbero situarsi tra i 650 milioni e gli 1,3 miliardi di franchi.

Il Governo, ad ogni modo, non vuole rinunciare all’acquisto e “intende proteggere la Svizzera dalle minacce aeree con questo jet dotato di un notevole vantaggio tecnologico rispetto ad altri velivoli e ampiamente diffuso negli Stati europei”, scrive il Consiglio federale, comunicando di aver incaricato il Dipartimento federale della difesa di esaminare le possibili opzioni e di presentare una proposta sull’ulteriore modo di procedere entro fine novembre.

La riunione odierna segna la ripresa delle consuete sessioni settimanali del Consiglio federale. Tra le più rilevanti comunicazioni di oggi spicca la conferma del controprogetto indiretto del Governo all’iniziativa popolare “Stop al Blackout”. In questo modo il Consiglio federale intende tornare ad autorizzare la costruzione di centrali atomiche in Svizzera, il che sovvertirebbe la decisione di abbandonare il nucleare presa in votazione popolare nel 2017.

Persone salgono e scendono da un tram
Chi si occupa di controllare i titoli di trasporto a Ginevra si dovrà dedicare ad altro in questi giorni. Keystone / Salvatore Di Nolfi

Ginevra ha già fatto molto parlare di sé per la sua offerta di trasporti pubblici gratuiti per giovani e anziani. In questi giorni si è spinta oltre, permettendo a tutti e tutte di viaggiare senza pagare il biglietto. La ragione, però, non è tra le più felici.

La città sul lago Lemano è infatti nella morsa del caldo e di un picco di inquinamento da ozono. È per questa ragione che a partire da oggi e fino a nuovo avviso i trasporti pubblici saranno gratuiti. L’obiettivo è di incoraggiare la gente a utilizzare meno i veicoli privati. Si tratta di una prima in Svizzera.

Il “dispositivo anti-smog” è stato rinforzato nel 2020 e prevede l’introduzione di diverse misure quando si supera il valore di 180 microgrammi di ozono per metro cubo. La stazione di misurazione di Meyrin ne segnava 223 ieri.

Non si tratta solo di trasporti pubblici gratuiti. Solo le auto meno inquinanti e dotate di un particolare contrassegno avranno il diritto di circolare a Ginevra e dintorni tra le 6:00 e le 22:00. In autostrada, il limite di velocità è stato abbassato a 80 km/h.

Banconote
Il franco svizzero si rifà il look. Questo è uno dei 12 design in lizza. BNS

Che aspetto avrà la nuova serie di banconote svizzere? Lo si deciderà (anche) con un sondaggio che la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha lanciato oggi. Fino al 7 settembre, i e le partecipanti avranno la possibilità di scegliere tra 12 diverse e variopinte proposte.

Le sei più votate dalla popolazione e da una giuria di esperte ed esperti passeranno poi una seconda fase di selezione che verterà in particolare sugli aspetti commerciali.

La scelta finale sarà annunciata a inizio 2026 e la messa in circolazione della nuova serie comincerà al più presto nel 2030. I 12 progetti sono stati creati da team di designer che hanno partecipato al concorso organizzato dalla BNS.

Il tema a cui dovevano attenersi era “La Svizzera, varietà in rilievo”. Come spiega la BNS sul suo sito, la nuova serie “sarà dedicata alla topografia unica del territorio elvetico, dal Giura all’Altopiano fino alle Alpi, e ritrarrà l’intero Paese, dalle valli più profonde alle vette più alte. La futura serie dovrà riprodurre la molteplicità della vita che si sviluppa lungo i diversi piani altitudinali dei rilievi svizzeri.”

Stazione con vignette di Mix&remix sulle pareti
Keystone / Cyril Zingaro

Foto del giorno

A Losanna si rende omaggio a Philippe Becquelin, alias Mix & Remix, uno dei più celebri vignettisti della Svizzera francese, scomparso nel 2016 a 58 anni. Il restyling della stazione metro di Bessières, nella foto, è solo una delle tante iniziative previste. 

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