
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Dopo la minaccia degli Stati Uniti di imporre dazi del 39% sulle importazioni di provenienza svizzera, il Consiglio federale sta cercando di negoziare una soluzione.
Oggi la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il ministro dell’economia Guy Parmelin sono partiti alla volta degli Stati Uniti con questo obiettivo.
Oltre a questo, vi parlerò anche di due giovani svizzeri residenti all’estero che hanno deciso di svolgere la scuola reclute in Svizzera, nonostante non ne avessero l’obbligo.
Cordiali saluti da Berna,

Il 7 agosto potrebbero entrare in vigore dazi del 39% sulle esportazioni svizzere verso gli Stati Uniti, a meno che l’amministrazione Trump non cambi idea. Per fare in modo che succeda, il Consiglio federale intende negoziare fino all’ultimo con Washington. A tal fine, la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il ministro dell’economia Guy Parmelin si sono recati oggi negli USA. Quali margini di manovra restano?
Dopo la riunione di crisi di ieri, il Consiglio federale ha parlato in un comunicato stampa di “nuovi approcci” per cercare di raggiungere comunque un accordo commerciale. Il Governo sembra voler convincere gli Stati Uniti con un’offerta più allettante.
Una piccola delegazione accompagna i due membri dell’esecutivo, scrive SRF. Tra loro figurano la direttrice della Segreteria di Stato dell’economia (Seco), Helene Budliger Artieda, e Daniela Stoffel, segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali.
La RSI ha intervistato Peter V. Kunz, professore di diritto economico. Secondo lui, è possibile che il Consiglio federale riesca a ottenere una proroga di 30 giorni per l’entrata in vigore dei dazi. Anche se l’indice principale della Borsa svizzera SMI ha registrato una ripresa dopo un inizio di settimana debole, la situazione rimane tesa.
La Neue Zürcher Zeitung scrive che una soluzione più accettabile per la Svizzera entro il 7 agosto dipende ora da Keller-Sutter, Parmelin, dalla diplomazia elvetica e dai vertici dell’industria farmaceutica. Il Blick titola: “Saranno Roche e Novartis a fornire il farmaco miracoloso di Trump?”, ipotizzando che potrebbe essere il settore farmaceutico svizzero a svolgere un ruolo decisivo nei negoziati.

Vivono in Francia e in Germania. Due svizzeri all’estero stanno svolgendo la scuola reclute in Svizzera. Perché lo fanno?
Si distinguono dal resto della truppa perché vanno a casa per il fine settimana in abiti civili. L’Aargauer Zeitung presenta oggi due giovani reclute di fanteria: uno vive in Francia, l’altro in Germania. Entrambi i protagonisti dell’articolo hanno un forte legame con la Svizzera, poiché vi lavorano. Ma perché prestano volontariamente servizio militare? Thomas Ganière, dalla Francia, spera di maturare grazie all’esperienza nell’esercito. Samuel L. dalla Germania afferma di voler conoscere i propri limiti – “e superarli”.
Con un pizzico di ironia, queste reclute vengono soprannominate nella caserma di Colombier, nel Canton Neuchâtel, “Détachement touriste” (“distaccamento turista”).
Secondo il reportage, l’80% delle reclute svizzere residenti all’estero proviene dai Paesi confinanti: Francia, Germania, Italia e Austria. I Paesi di residenza più insoliti delle giovani reclute svizzere sono però Sri Lanka, Panama e La Réunion. In ogni caso, la loro presenza nell’esercito è molto limitata: nel 2024 solo 78 svizzere e svizzeri all’estero hanno iniziato la scuola reclute nella Confederazione.

Il virus non è pericoloso per le persone. Ma in Francia, intere mandrie di bovini sono state abbattute a causa della dermatite nodulare contagiosa (DNC). I Cantoni svizzeri di confine hanno adottato misure urgenti.
È sufficiente che pochi animali mostrino i sintomi di questa malattia della pelle, virale e altamente contagiosa, affinché l’intera mandria debba essere abbattuta. Nei dipartimenti francesi della Savoia e dell’Alta Savoia, centinaia di animali hanno subito questo destino.
La Svizzera vuole evitare una simile situazione. Come riportano RTS e Watson, nel Canton Vallese è quasi concluso un programma di vaccinazione di oltre 2’000 bovini contro questa insidiosa malattia, nota anche con il termine inglese di “Lumpy Skin Disease”.
Anche a Ginevra, ancora più vicina ai dipartimenti francesi colpiti, circa il 90% dei circa 1’100 bovini del Cantone è già stato vaccinato, come riferisce 20 Minutes. Finora non è stato registrato alcun caso della malattia. Tuttavia, il vaccino raggiunge la sua piena efficacia solo dopo 28 giorni, motivo per cui è necessario mantenere alta la vigilanza.

Motori che rombano, marmitte che scoppiettano. Il rumore provocato dai cosiddetti “autoposer” (chi ama attirare l’attenzione con la propria auto) infastidisce molte persone. Nonostante i progetti pilota con i cosiddetti “radar anti-rumore”, la loro diffusione a livello nazionale è in stallo.
Nei Cantoni Basilea Campagna, Zurigo e Ginevra, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha recentemente condotto test con radar anti-rumore, apparecchi che ricordano gli autovelox ma che, invece di rilevare la velocità, registrano appunto i rumori troppo elevati.
Ora, diversi Cantoni e rappresentanti politici di sinistra chiedono che questi dispositivi vengano installati rapidamente e in modo permanente, come riporta RTS.
Il Consiglio federale ha però risposto negativamente: comminare multe sulla base dei dati raccolti da questi radar non è possibile in assenza di una base legale federale. Secondo RTS, sarà compito in particolare del ministro dei trasporti Albert Rösti fare in modo che siano emanate leggi che ne permettano l’uso effettivo.

Foto del giorno
La sicurezza prima di tutto: specialisti sostituiscono, con l’aiuto di un elicottero, le sfere di segnalazione luminose sulla linea ad alta tensione Airolo-Mettlen a Erstfeld, nel canton Uri.
Tradotto con il supporto dell’IA/Zz

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