
Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Il Tribunale internazionale dell’Aia ha definito per la prima volta, in un parere, la protezione del clima come un diritto umano. Cosa significa questo parere sul clima dell’ONU per la Svizzera?
Nel bollettino di oggi parliamo anche del virus Chikungunya, trasmesso dalle zanzare tigre, del tempo trascorso davanti agli schermi da parte dei bambini piccoli e degli alberi nelle città, che da un lato sono fondamentali per il clima, ma dall’altro possono rappresentare un rischio per la sicurezza.
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Il Tribunale internazionale dell’Aia ha definito per la prima volta, in un parere, la protezione del clima come un diritto umano. Cosa comporta questo parere dell’ONU sul clima per la Svizzera?
In un’intervista a SRF News, l’ambasciatore svizzero per l’ambiente Franz Perrez ha dichiarato che il parere della Corte internazionale di giustizia sancisce l’obbligo di tutti gli Stati di impegnarsi nella protezione del clima. Viene chiarito che le responsabilità devono essere valutate in base alla realtà attuale e non al passato. Questo riguarda, ad esempio, grandi Paesi emergenti come la Cina o l’Arabia Saudita: non è più lo status storico, ma la situazione odierna a determinare cosa si intende per Paese in via di sviluppo.
Secondo Perrez, con questo parere aumenta la pressione ad agire, anche se “probabilmente non in modo specifico sulla Svizzera, bensì sui Paesi con emissioni molto elevate”. Alla luce della vittoria delle anziane per il clima un anno fa a Strasburgo, il loro approccio sembra dunque trovare una conferma di principio.

Dopo l’allarme lanciato lunedì dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) su una possibile epidemia globale del virus Chikungunya, trasmesso dalle zanzare tigre, il tema continua a occupare i media svizzeri.
Le domande principali riguardano l’eventuale arrivo del virus in Svizzera e le misure da adottare. Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), quest’anno si sono registrati 30 casi importati di Chikungunya da persone rientrate da viaggi, più del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, nel Paese non si è mai verificata una trasmissione locale del virus.
Diversa la situazione a circa 100 chilometri da Basilea, in un comune francese vicino a Strasburgo, dove una persona ha contratto il virus a seguito della puntura di una zanzara infetta, pur non essendo stata all’estero.
Tobias Suter, dell’Istituto svizzero di salute pubblica e tropicale di Basilea, afferma: “Ritengo molto basso il rischio di focolai estesi in Svizzera. Tuttavia, potrebbero verificarsi singoli casi di trasmissione locale, come stiamo osservando attualmente in Francia o in Italia”.
Secondo l’OMS, il miglior modo per proteggersi dal virus è evitare di essere punti. Tuttavia, la misura più efficace per ridurre in generale le malattie virali resta l’eliminazione dei focolai di riproduzione delle zanzare tigre.

Quanto tempo dovrebbero trascorrere i bambini piccoli davanti a smartphone, tablet o televisione? Uno studio condotto anche presso la Scuola universitaria professionale per il lavoro sociale e la salute di Losanna mostra per la prima volta come si comportano le famiglie svizzere.
Analizzando le risposte di 4’200 genitori, i ricercatori e le ricercatrici hanno esaminato l’uso di dispositivi come smartphone, tablet e console da parte di bambine e bambini fino a cinque anni, includendo attività come telefonare, ascoltare musica o storie. Il risultato: tre quarti dei bambini sopra i due anni rientrano nelle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che prevedono meno di un’ora di tempo davanti agli schermi al giorno.
La situazione è più complessa per i minori di due anni, per i quali l’OMS raccomanda zero esposizione. Tuttavia, il 60% supera questa soglia, con una media di circa 20 minuti al giorno. La responsabile dello studio, Nevena Dimitrova, precisa: “Finché questo tempo non ostacola la soddisfazione di uno dei quattro bisogni fondamentali del bambino o della bambina [nutrirsi, dormire, muoversi e interagire] e i contenuti sono adeguati all’età, circa venti minuti al giorno non compromettono uno sviluppo armonioso”.
Lo studio sottolinea inoltre come l’ascolto senza l’osservazione di uno schermo sia preferibile. “Ascoltare stimola in modo limitato ma ha molti vantaggi, poiché favorisce la concentrazione e la fantasia”, afferma Dimitrova.

Forniscono ombra, rinfrescano l’ambiente, producono ossigeno e spesso fanno semplicemente bene. Tuttavia, gli alberi nelle città possono anche rappresentare un rischio per la sicurezza.
Per questo motivo devono essere controllati regolarmente. Ma non ogni albero considerato potenzialmente pericoloso deve necessariamente essere abbattuto, spiega lo specialista in cura degli alberi Fabian Dietrich a SRF News. “Un albero cavo è considerato pericoloso. Lo stesso vale per un albero colpito da funghi. Ma questo è un errore”. I pali della luce, ad esempio, sono cavi e proprio per questo più stabili. Molti alberi, inoltre, riescono a convivere senza problemi con i funghi.
Il cambiamento climatico rappresenta però una sfida anche per gli alberi urbani: siccità e tempeste possono renderli più vulnerabili ai danni. A Thun si stanno quindi sperimentando nuove specie arboree più adatte alle condizioni climatiche future.
Per garantire sia la tutela della natura sia la sicurezza della popolazione, secondo lo specialista Rolf Röthlisberger sono tre gli aspetti fondamentali: controlli regolari, cura professionale e decisioni ponderate.

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