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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Oggi i media svizzeri hanno dedicato, ancora una volta, ampio spazio alle incertezze provocate dalla politica dell’amministrazione Trump, in primis quelle legate ai dazi. Ma la comunità scientifica è preoccupata soprattutto per la censura statunitense nella ricerca.

Leggeremo poi di morti misteriose legate alla missione diplomatica svizzera in Iran e scopriremo perché la centrale atomica di Beznau funziona a metà potenza in questi giorni.

Buona lettura!

Persona
Il direttore del KOF, Jan-Egbert Sturm. Keystone / Ennio Leanza

La guerra commerciale lanciata dall’amministrazione Trump, qualora continuasse, costerebbe alla Svizzera 17,5 miliardi di franchi nel 2026, circa 2’000 franchi per abitante. Lo afferma il direttore del Centro di ricerche congiunturali del politecnico federale di Zurigo (KOF), Jan-Egbert Sturm, in un’intervista al Blick.

Lo scorso 2 aprile, durante il cosiddetto “Liberation Day”, Trump aveva annunciato un’ondata di dazi doganali per i prodotti esportati negli Stati Uniti da vari Paesi del mondo, che per la Svizzera arrivavano al 31%, sospendendo poi però tutto fino al 9 luglio.

Al momento, la Confederazione è in trattativa con Washington per limitare la portata delle tariffe ma, se dovessero entrare in vigore ai livelli preannunciati, il conto sarebbe salato.

Sturm si dice preoccupato soprattutto per l’incertezza provocata dalla politica dell’amministrazione Trump, un “veleno” per l’economia. Tuttavia, si mostra relativamente ottimista per la Svizzera che, secondo l’esperto, ha un’economia flessibile e ben attrezzata per attutire le difficoltà internazionali.

Studenti protestano
Protesta nel campus di Stanford, in California, contro le azioni intraprese da Trump nei confronti di diversi atenei. EPA/JOHN G. MABANGLO

Oggi il quotidiano Le Temps si china su un’altra preoccupazione legata alla politica dell’amministrazione statunitense: la limitazione all’accesso ai dati della ricerca, un fenomeno che colpisce anche la comunità scientifica svizzera, che lancia un appello.

Da quando è entrato in carica, il presidente statunitense Donald Trump sta portando avanti una politica di tagli al budget e di censura, provocando la sparizione di banche dati federali di informazioni scientifiche importanti per la ricerca in tutto il mondo.

Nel mirino di Trump sono soprattutto le ricerche legate al genere, alla salute pubblica e all’ambiente. L’incertezza preoccupa il mondo della ricerca di punta svizzera. Alcune università e scuole universitarie professionali hanno già imposto ai propri ricercatori e ricercatrici di non condividere i loro risultati su server localizzati negli Stati Uniti, ma c’è chi chiede di spingersi oltre.

Christophe Dessimoz, direttore del SIB, l’Istituto svizzero di bioinformatica, assieme ad altri esperti ed esperte, dalle colonne di Le Temps chiede di lanciare un lavoro di archiviazione dei dati scientifici “prima che sia troppo tardi”. Si dovrebbe trattare di un’azione concertata a livello svizzero, perché si tratta di una sfida che una sola organizzazione non riuscirebbe a portare avanti da sola.

cartina Iran e foto
Casi di morti e attacchi sospetti legati – da vicino o da lontano – all’ambasciata svizzera in Iran si sono moltiplicati negli ultimi anni, scrive RTS. RTS

La Svizzera ha il mandato di rappresentare gli interessi degli Stati Uniti in Iran, una funzione che mette la Confederazione in una posizione delicata. Un’indagine della RTS ripercorre oggi alcuni eventi, tra cui la morte di una diplomatica, che hanno interessato la missione svizzera nella Repubblica islamica prima dell’inizio del conflitto tra Iran e Israele.

L’indagine entra nei dettagli della morte, nel 2021, di Sylvie Brunner, allora numero due nell’ambito della rappresentanza in Iran degli interessi statunitensi. La donna aveva accesso a documenti e informazioni confidenziali, aveva subito minacce e manifestato preoccupazione per segnali di intrusioni nel suo appartamento.

È morta in seguito alla caduta dal 17esimo piano dell’edificio in cui abitava, un decesso classificato come suicidio, conclusione a cui è arrivata anche la procura federale elvetica. Sulla base delle informazioni sull’indagine e delle testimonianze raccolte da RTS, tuttavia, sembrerebbe che la vicenda abbia ancora parecchie zone d’ombra.

Zone d’ombra che si ritrovano anche in altri casi citati dalla redazione di RTS, come quella del colonnello Girolamo M., militare che ha fatto carriera nei servizi informativi della Confederazione. Inviato in Iran dopo la morte di Brunner, nel 2023 è stato ufficialmente vittima di un malore nella sua camera d’hotel a Teheran. Rimpatriato d’urgenza in Svizzera, il suo viso era sfigurato e a pena riconoscibile e aveva ferite in altre parti del corpo. Dopo le cure è ripartito in missione all’estero, ma è morto pochi mesi dopo, in Pakistan.

Centrale atomica
Il calore non utilizzabile per la produzione di elettricità della centrale di Beznau viene dissipato con l’acqua prelevata dall’Aar. Keystone / Christian Beutler

Anche la prodizione energetica svizzera subisce le conseguenze dell’ondata di caldo di questi giorni. I due reattori della centrale elettrica di Beznau, infatti, lavorano solo a metà potenza per evitare di riscaldare ulteriormente l’adiacente fiume Aar.

Con la bella stagione, una delle attività più apprezzate in Svizzera è un bagno rinfrescante in uno dei molti fiumi. Chi ha scelto di cercare sollievo dalla calura nell’Aar in questi giorni, però, non ne ha trovato molto.

A valle della centrale di Beznau, in particolare, la temperatura del fiume mescolata all’acqua di raffreddamento dell’impianto ha raggiunto i 25 gradi. Questa è la soglia – definita da una disposizione provvisoria dell’Ufficio federale dell’energia – oltre la quale si impone una riduzione della potenza.  L’obiettivo è la protezione dell’ecosistema del fiume.

Se la soglia venisse superata per tre giorni consecutivi, la società gerente, Axpo, sarebbe tenuta a spegnere completamente la centrale, ma solo se ciò non compromette la sicurezza dell’approvvigionamento o la stabilità della rete e se sono previsti altri due giorni caldi.

Folla di persone
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Foto del giorno

Il calcio d’inizio dei Campionato europeo femminile di calcio in Svizzera è previsto mercoledì, ma le tifoserie sono già in fermento. Nella foto, i e le fan danno il benvenuto alle loro beniamine appena giunte nella Confederazione dalla Spagna, la cui nazionale è tra le squadre favorite per il titolo.

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