
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Benvenuti alla nostra selezione delle notizie più importanti – e interessanti –degli ultimi sette giorni in Svizzera.
La guerra di Israele nella Striscia di Gaza ha lasciato tracce anche questa settimana nella Confederazione. Che si tratti delle interviste al ministro degli esteri svizzero, delle sue visite lampo in Cisgiordania e in Israele, o delle manifestazioni filopalestinesi che hanno paralizzato per ore due importanti stazioni ferroviarie.
Cordiali saluti da Berna

Anche questa settimana il ministro degli affari esteri Ignazio Cassis ha fatto notizia in Svizzera. Prima è stato criticato per due interviste sulla guerra in corso a Gaza, poi è partito improvvisamente per la Cisgiordania e Israele.
Le critiche a Cassis sono arrivate dalla stampa, dal Parlamento e dalla diplomazia, perché nelle interviste ha difeso l’atteggiamento esitante della Svizzera riguardo agli aiuti umanitari a Gaza. Secondo le voci critiche, non ha usato toni abbastanza duri nei confronti di Israele per i bombardamenti e il blocco degli aiuti.
Martedì si è recato improvvisamente nella regione, incontrando in Cisgiordania il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa e in Israele il suo omologo Gideon Saar. Al ministro degli esteri dello Stato ebraico ha chiesto che siano consentiti più aiuti per Gaza. Cassis è rimasto circa 20 ore sul posto. L’obiettivo principale, come ha lui stesso dichiarato, era di farsi un’idea diretta della situazione.
In un comunicato stampa, il Dipartimento federale degli affari esteri ha collegato la visita alla conferenza dell’ONU a New York in programma dal 17 al 20 giugno, durante la quale si discuterà di una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese nel quadro di una soluzione negoziata a due Stati.

Lunedì sera, numerose persone hanno manifestato a Losanna e Ginevra contro la guerra in corso a Gaza e la posizione assunta finora dalla Svizzera. Hanno bloccato i binari delle due stazioni ferroviarie principali, con ripercussioni sul traffico ferroviario che sono proseguite anche il giorno successivo.
Centinaia di manifestanti hanno occupato i binari delle stazioni di Losanna e Ginevra per protestare contro la guerra a Gaza. Il traffico ferroviario è stato fortemente compromesso, con ritardi e cancellazioni di treni.
Secondo SRF News, a Ginevra si sono radunate circa 1’000 persone, mentre a Losanna erano circa 2’000, scandendo slogan filopalestinesi.
Poiché molti treni non hanno potuto raggiungere i depositi la sera stessa, il traffico ferroviario nella Svizzera romanda è stato fortemente limitato martedì mattina. Secondo le Ferrovie federali svizzere (FFS), erano disponibili meno treni e posti a sedere per le persone pendolari.

Secondo le stime, ci vorranno ancora 123 anni prima che le donne raggiungano la piena parità a livello globale. Ma per la Svizzera c’è un segnale positivo.
La Svizzera ha guadagnato tre posizioni nell’indice di parità uomo-donna del Forum economico mondiale (WEF), salendo al 17esimo posto. Tuttavia, nel 2021 era ancora al 10esimo posto. In cima alla classifica si trovano Islanda, Finlandia, Norvegia, Regno Unito e Nuova Zelanda.
Il WEF critica il fatto che, sebbene le donne rappresentino il 41,2% della forza lavoro globale, siano ancora meno di un terzo nei vertici aziendali.
Sabato si terrà nelle principali città svizzere lo Sciopero delle donne, durante il quale verranno denunciate le discriminazioni salariali tra i sessi. Ma non solo: al centro della protesta ci saranno anche il lavoro non retribuito, le discriminazioni e le molestie.

Un allentamento della legge sul materiale bellico dovrebbe consentire ad alcuni Paesi di acquistare armi e munizioni da aziende svizzere e di rivenderle più facilmente.
Martedì, il Consiglio degli Stati ha deciso di modificare la legge sul materiale bellico per permettere a 25 Paesi occidentali di acquistare più facilmente armamenti svizzeri. La modifica mira a rafforzare l’industria bellica nazionale, ma suscita critiche perché potrebbe indebolire le regole su cui poggia il principio di neutralità. Anche la selezione dei Paesi è oggetto di discussione.
Particolarmente delicato è il fatto che le forniture agli Stati membri della NATO sarebbero consentite, nonostante il loro coinvolgimento in conflitti. Se il materiale bellico dovesse finire indirettamente in zone di guerra, ciò potrebbe compromettere la neutralità svizzera. Le armi, ad esempio, potrebbero essere rivendute all’Ucraina, se il Paese invocasse il diritto internazionale alla legittima difesa.
I partiti borghesi sostengono l’allentamento, mentre la sinistra sta pianificando un referendum. Il dibattito mostra quanto sia difficile conciliare economia, sicurezza e neutralità. Con ogni probabilità, l’ultima parola spetterà al popolo.

Foto della settimana
Un fenomeno raro è stato visibile questa settimana nel cielo notturno: la luna piena di giugno, detta “luna delle fragole”, era particolarmente bassa sull’orizzonte – un evento astronomico che si verifica solo ogni 18 anni. Il fotografo Anthony Anex di Keystone l’ha immortalata sopra il Palazzo federale a Berna.

La settimana prossima
Domenica, nella città di Friburgo, si terrà una grande festa popolare in onore del cittadino onorario Jean Tinguely. Il celebre artista, noto in tutto il mondo per le sue sculture in ferro, avrebbe compiuto cento anni quest’anno.
Lunedì inizierà la terza e ultima settimana della sessione estiva del Parlamento federale. Uno dei temi principali al Consiglio nazionale sarà l’E-Collecting, ovvero la raccolta digitale di firme per iniziative popolari e referendum.
Mercoledì, la stessa camera discuterà della reintroduzione dell’esame di coscienza per chi opta per il servizio civile. L’obiettivo è che un maggior numero di persone scelga il servizio militare obbligatorio.
Sempre mercoledì, nei pressi di Lucerna, verrà presentata la prima toilette per mucche della Svizzera. Non si tratta naturalmente di un gabinetto tradizionale, ma di una griglia sotto la quale feci e urina vengono separate direttamente alla fonte, riducendo così le emissioni di ammoniaca e odori.

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