
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Negli scorsi giorni “Notte tranquilla a Blatten” è stato uno dei titoli più utilizzati dalla stampa elvetica per descrivere la situazione del villaggio vallesano evacuato lo scorso weekend a causa del rischio di frane. Oggi, si è dovuto scrivere ben altro. Nel pomeriggio, infatti, un'enorme massa di detriti e ghiaccio ha colpito il paesino.
Parleremo poi di possibili negoziati di pace tra Russia e Ucraina, di servizio militare e delle decisioni comunicate oggi dal Consiglio federale.
Buona lettura!

Una grande porzione del ghiacciaio di Birch – sovrastante il villaggio vallesano di Blatten evacuato nel weekend – si è staccata mercoledì pomeriggio. La massa di ghiaccio e detriti ha raggiunto l’abitato.
Al momento della pubblicazione di questo articolo, le informazioni sono ancora frammentarie. Secondo lo Stato maggiore di condotta regionale, si tratta probabilmente del peggior scenario ipotizzato e gran parte dell’abitato è stato sepolto.
Un’onda d’urto per lo spostamento d’aria è stata chiaramente percepita e per un attimo è mancata la corrente elettrica.
Un primo crollo era già avvenuto alle 18:00 di ieri, un secondo alle 04:00 di stamattina. In entrambi i casi, i detriti di ghiaccio, roccia e neve non avevano raggiunto il villaggio.
In seguito a questi eventi, il Governo cantonale aveva dichiarato la “situazione particolare”. La popolazione era stata invitata a seguire rigorosamente le istruzioni delle autorità e a non accedere alla zona interessata.

Un incontro tra Russia e Ucraina per negoziare la pace tra i due Paesi potrebbe tenersi a Ginevra? Alcuni indizi lasciano intendere che potrebbe essere il caso.
La RTS cita le parole pronunciate dall’inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina e in Russia, Keith Kellogg, che sul canale americano Fox News ha detto: “Se bisogna scegliere un luogo, è a Ginevra che potrebbe tenersi un ipotetico incontro tra i presidenti Trump, Putin e Zelensky. Volevamo andare in Vaticano, ma i russi non hanno voluto”.
Il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri Nicolas Bideau ha detto che dopo la conferenza tenutasi in Svizzera, sul Bürgenstock, c’è stato un momento di stallo, ma che ora tutte le parti cominciano nuovamente a riflettere alla pace. “E la Svizzera ha una carta da giocare”, ha affermato.
Questa carta potrebbe essere il diplomatico Gabriel Lüchinger, già architetto dell’incontro del Bürgenstock e che oggi è presente come solo rappresentante occidentale a un vertice sulla sicurezza a Mosca. “Non è un caso”, ha sottolineato Bideau.

Temendo una carenza di soldati in futuro, l’Associazione delle società militari svizzere (ASM) chiede la reintroduzione dell’esame di coscienza, una pratica che serviva a valutare l’incompatibilità con il servizio militare di coloro che, per convinzioni personali, sceglievano l’alternativa del servizio civile.
L’esame di coscienza è stato sostituito nel 2009 dalla cosiddetta “prova dell’atto”. Il fatto di optare per il servizio civile, che ha una durata una volta e mezzo superiore rispetto al servizio militare, è considerata una dimostrazione sufficiente. Ma in questo modo evitare la leva militare è diventato troppo facile, secondo l’ASM, che denuncia la perdita di “un’intera brigata ogni anno”. Circa 7’000 giovani scelgono il servizio civile annualmente.
Il Dipartimento federale della difesa prevede ci possa essere una carenza di soldati entro il 2030 e diverse modifiche legislative sono attualmente in discussione in Parlamento per rendere il servizio civile meno attraente.
Tuttavia, secondo il segretario generale della federazione per il servizio civile CIVIVA, Luca Dahinden, l’idea dell’ASM non è praticabile. “Non ci sarebbero meno persone che vorrebbero fare il servizio civile”, dice, e si tornerebbe a una situazione in cui gli obiettori di coscienza subirebbero mobbing in seno all’esercito o eviterebbero la leva presentando motivazioni mediche.

Tra le decisioni più rilevanti prese oggi dal Consiglio federale una riguarda il tasso d’occupazione delle persone rifugiate ucraine, due il benessere degli animali e un’altra le relazioni economiche con gli Stati Uniti.
La Svizzera vuole trovare una soluzione alle tariffe doganali imposte da Washington entro il 9 luglio, data in cui dovrebbero rientrare in vigore i dazi supplementare specifici per Paese decisi dall’amministrazione Trump e attualmente sospesi. Per raggiungere tale obiettivo, il Governo ha approvato il messaggio riguardante il progetto di un “mandato negoziale sulle questioni commerciali ed economiche con gli USA”, che ora andrà in consultazione.
Il Consiglio federale vuole inoltre che, entro la fine del 2025, almeno il 50% delle rifugiate e dei rifugiati ucraini in possesso di uno statuto S e in Svizzera da almeno 3 anni sia integrato al mercato del lavoro. Attualmente la percentuale è del 38%. Per questo, dal 2026, i Cantoni lontani dall’obiettivo (più di 5 punti percentuali sotto di esso) saranno obbligati ad adottare misure supplementari per promuovere l’occupazione di queste persone.
La prima decisione annunciata oggi sul benessere degli animali riguarda gli alimenti. Su di essi, in futuro, dovrà essere riportato se provengono da animali sottoposti a interventi dolorosi senza anestesia. L’esempio più evidente è il foie gras prodotto tramite l’alimentazione forzata delle oche. Un’iniziativa popolare ancora pendente ne chiede il divieto di importazione.
L’Esecutivo ha inoltre proposto un controprogetto indiretto all’iniziativa “Sì al divieto di importare prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali”. Secondo il Governo, la sua proposta si spinge più lontano, vietando oltre all’importazione anche il transito e il commercio in territorio svizzero, con il vantaggio di non richiedere una modifica costituzionale. Prima ancora che il popolo dica la sua, comunque, il Governo ha già emanato un divieto di importazione che entrerà in vigore il primo luglio.

Foto del giorno
Colpi di cannone alla cerimonia di giuramento delle nuove autorità del Canton Neuchâtel (Consiglio di Stato e Gran Consiglio) per la legislatura 2025-2029.

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